Asse Bidognetti-’Ndrangheta per la droga: la testimonianza di Lanza per colpirlo

L’ex capozona di Lusciano potrà indicare i calabresi in affari con il clan dei Casalesi

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CASAL DI PRINCIPE – Bypassare i napoletani e trattare direttamente con chi domina le tratte commerciali della droga, la ‘ndrangheta. È la strategia criminale che aveva adottato la cosca Bidognetti, guidata, mentre si trovava nel carcere di Terni, da Gianluca Nanà, il figlio del padrino Francesco Bidognetti, alias Cicciotto ‘e mezzanotte. E le tracce di questo disegno malavitoso sono state intercettate e tracciate nell’indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Aversa, che ormai quasi tre anni fa ha sferrato un durissimo colpo proprio al gruppo Bidognetti e all’ala Schiavone (che in quel periodo si sarebbe affidata a Giovanni Della Corte detto Cucchione). Adesso gli investigatori hanno la possibilità di approfondire i rapporti con la mafia calabrese grazie alla collaborazione con la giustizia di chi era stato incaricato dalla fazione Bidognetti di attivare i rapporti proprio con la ‘ndrangheta: ci riferiamo ad Antonio Lanza, alias Piotta, capozona (fino al suo arresto) di Lusciano.

I carabinieri, monitorandolo, appresero che, prima di essere arrestato, fece diversi viaggi con direzione Calabria per organizzare la compravendita di ingenti partite di narcotici, accompagnati, sostengono gli investigatori, da un atellano (circostanza riportata sull’edizione di Cronachedi l’11 marzo 2023). Adesso che Piotta ha rotto il vincolo di omertà che lo legava al clan, gli investigatori hanno la possibilità di raccogliere nuovi elementi per individuare chi della ‘ndrangheta aveva organizzato lo scambio di narcotici con i Casalesi.

Le intercettazioni hanno fatto emergere anche come la fazione Bidognetti usava la droga non solo per rifornire le piazze di spaccio che direttamente controllava nell’Agro avesano e sul Litorale domizio, ma anche a un soggetto del rione Don Guanella di Napoli. Quest’ultima circostanza dimostrerebbe come la cosca dei Casalesi avrebbe raggiunto una forza tale da indossare i panni di fornitrice di pusher partenopei.

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