Asse tra i nuovi Casella per sfidare i De Micco

Ciro Naturale, Carmine Verderame e Marco De Micco

NAPOLI – Asse tra i Casella di via Luigi Franciosa e del rione Luzzatti contro i De Micco-De Martino. E’ uno scenario da brivido. Le pattuglie trovano ogni giorno almeno tre auto rubate parcheggiate davanti ai bunker dei clan: non si tratta di cavalli di ritorno. Sono predisposte dai commando per le azioni di fuoco. Ma gli agenti del commissariato Ponticelli le intercettano puntualmente all’alba. E stoppano le batterie di fuoco. C’è uno strano asse tra Ponticelli e il rione Luzzatti a Poggioreale. Che preoccupa le forze dell’ordine e la Procura. Si respira una brutta aria nelle palazzine di edilizia popolare.

La nuova mappa

Gli investigatori hanno raccolto informazioni in via confidenziale, per tracciare la nuova mappa: i reduci dei Casella in via Franciosa sarebbero pronti a riaprire le ostilità con i ‘Bodo’. Sfruttando frange dei Casella, che si erano rifugiate al Luzzatti. Insomma unire le forze, per lanciare la controffensiva. Forse approfittando del momento di sbandamento dei De Micco-De Martino, dopo frizioni e arresti (tra cui Marco De Micco). Si rischia una nuova faida tra i nuovi Casella e i ‘Bodo’. Non è ancora chiaro chi ci sia dietro i nuovi Casella. Se i De Luca Bossa e i Minichini siano scesi in campo, per saldare la vecchia alleanza. Di certo i Bodo non si sentono più al sicuro. Lo testimoniano gli ultimi fatti di cronaca. A partire dalle due ‘stese’ nella zona del Grattacielo ad agosto, per finire all’agguato a Ciro Naturale, detto ’o mellone e considerato dagli inquirenti ai vertici dei De Micco. Naturale è stato arrestato martedì dagli agenti del commissariato e della squadra mobile per tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso. Fermato insieme al figlio Giovanni e al cognato Carmine Verderame.
Secondo la ricostruzione dei poliziotti del commissariato Ponticelli e della squadra mobile, la vittima è uno spacciatore, che non avrebbe versato una somma di denaro.

La conversazione intercettata

La Procura ha intercettato una conversazione in auto, dove si fa riferimento a 25mila euro. Probabilmente un debito. Il pusher avrebbe dovuto versare il denaro. Tutto scritto nero su bianco dai magistrati nel provvedimento cautelare, che ha portato in carcere i tre uomini.La misura è stata convalidata. Non è finita. Nello stesso provvedimento la procura scrive che in quel momento c’era un’arma nella macchina: una pistola, che non è stata trovata. Ciro Naturale è difeso dall’avvocato Salvatore Impradice del foro di Napoli. Gli accertamenti delle forze dell’ordine sono tuttora in corso. Ma torniamo ai fatti.

La data spartiacque

C’è una data, che fa da spartiacque: l’8 luglio, giorno in cui il 47enne viene ferito con quattro colpi di pistola in via Carlo Miranda. Non un avvertimento: proiettili esplosi ad altezza uomo. resterà ricoverato per settimane. In pratica l’accusa di tentata estorsione contestata dagli inquirenti si riferisce ai primi giorni dopo le dimissioni del Cardarelli. Gli inquirenti monitoravano Ponticelli con attenzione. Temevano nuove tensioni. E probabilmente le temono ancora. Ciro Naturale era stato ferito in una zona, dove si sentiva al sicuro. Vicino all’abitazione. E anche questo è un aspetto al vaglio della magistratura. Le pattuglie adesso hanno intensificato i servizi di controllo del territori, con verifiche mirate anche a tarda sera nelle palazzine popolari. C’è il rischio di una escalation. Lo sanno anche gli abitanti, che spesso la notte sentono l’eco dei colpi di pistola in strada.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome