Assessori in Regione, De Luca pensa al presidente Asi di Salerno

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Vincenzo De Luca e Antonio Visconti

CASERTA – L’ex presidente della Regione Vincenzo De Luca punta tutto sul fedelissimo Fulvio Bonavitacola per ottenere un posto nella nuova giunta per la sua lista “A testa alta”, ma tiene comunque pronto un piano B. Nei giorni scorsi si è parlato di Andrea Prete, presidente di Unioncamere, ma si tratta più che altro di una provocazio- ne: un atto ostile al presidente della Camera di commercio partenopea Ciro Fiola, protagonista di uno scontro con De Luca sul rinnovo dei vertici dell’Ente e avversario di Prete nelle dinamiche camerali. Adesso spunta un nuovo nome: Antonio Visconti, presidente del consorzio di sviluppo industriale (Asi) di Salerno, potrebbe avere la delega alle Attività produttive. Da parte sua, il nuovo governatore Roberto Fico osserva le mosse del “nemico” De Luca e, sotto sotto, cerca di imitarle (anche se pubblicamente prende le distanze dal sistema deluchiano). Avrebbe infatti in mente una mossa per accattivarsi le simpatie della macchina amministrativa regionale: scegliere un direttore generale e nominarlo assessore, come fece De Luca con Antonio Marchiello. In questo modo Fico punterebbe a fidelizzare i dipendenti della Regione, un ente che conosce ancora poco e nel quale non ha grandi “entrature”. E ieri il Pd celebrato la sua as- semblea nazionale con l’intervento, fra gli altri, del segretario regionale della Campania Piero De Luca.

“Quando il centrosinistra si presenta unito, con proposte serie e credibili e una coalizione larga, compatta e senza veti, è competitivo e può vincere – ha detto De Luca junior – L’attuale scenario internazionale e le criticità economiche-sociali interne ci impongono di rafforzare ancor di più il Pd per costruire l’alternativa alla destra”. “Dopo la sconfitta del 2022 ha ricordato – il Pd era in difficoltà. Grazie alla guida di Elly Schlein, ha ritrovato una direzione politica chiara, fondata su lavoro dignitoso, sanità e scuola pubblica, parità di genere, giustizia sociale, transizione ecologica e digitale. Il Pd ha riconquistato centralità ed è tornato a essere il perno della coalizione, guadagnando forza e credibilità attraverso un lavoro serio e costante. Le ultime tornate elettorali lo dimostrano: senza l’unità del campo progressista non c’è possibilità di battere la destra. Ma l’unità, da sola, non basta. Serve fare un passo in avanti decisivo: passare dall’opposizione all’alternativa, dalla protesta a una pro- posta di governo credibile. In questo quadro – sottolinea il dem – l’area riformista sceglie la responsabilità, di mettere da parte divisioni: rafforzare il Pd, costruire ponti e non muri, contribuire a un partito an- cora più solido, coeso. Un Pd che smetta di discutere di sé e concentri tutte le energie sui problemi concreti delle persone”, ha aggiunto.

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