MILANO – Che il Covid abbia giovato alle casse delle assicurazioni è ormai un dato di fatto. Lo certifica l’Ivass – l’istituto per la vigilanza sulle assicurazioni – nella sua relazione annuale sul 2020. L’Autorità guidata da Luigi Federico Signorini spiega che i profitti nel settore Danni sono cresciuti del 45% grazie al comparto Rca. Per fare un confronto nei rami diversi da Rca premi, oneri per sinistri e utili sono rimasti complessivamente in linea con l’anno precedente.
Un ‘tesoretto’ che l’Ivass ha però sfruttato a vantaggio degli investimenti. Quelli delle imprese di assicurazione, infatti, esclusi gli attivi per contratti index e unit linked, ammontano a 815 miliardi di euro, in aumento del 6,1% rispetto all’anno prima. Il 53% sono in titoli di Stato e il 32% in obbligazioni societarie e quote di fondi di investimento.
Il settore, del resto, “ha vissuto un anno difficile, ma si è nel complesso mostrato resiliente alla crisi”, commenta nel suo discorso alla comunità finanziaria Signorini. “Una turbolenza di mercato grave e repentina come quella vista nei primi mesi del 2020 – sostiene – avrebbe potuto avere riflessi non secondari sul patrimonio e sulla solvibilità delle compagnie di assicurazione a livello globale. La solvibilità delle imprese, che nei periodi di turbolenza abbiamo sottoposto a un monitoraggio discreto ma pressante, si è alla fine confermata e rafforzata”.
E proprio grazie a timidi spiragli di miglioramento, l’Ivass può aprire a una nuova stagione di allentamento delle restrizioni. L’Autorità non ritiene più necessario il rinnovo dello stop alla distribuzione di dividendi da parte delle assicurazioni – deciso lo scorso anno, così come per le banche per creare maggiore liquidità in risposta agli effetti della pandemia -, ma di liberare gli oltre 4 miliardi di cedole conservate dalle compagnie. “Coerentemente con le decisioni condivise in sede europea (European Systemic Risk Board, Esrb) e con l’azione della Banca d’Italia nel campo bancario, l’Ivass ha emesso precise raccomandazioni per limitare temporaneamente la distribuzione di dividendi da parte delle compagnie di assicurazione”, ha ricordato Signorini.
L’Ivass “ha scelto di tenere un atteggiamento prudente e fermo, in linea con gli indirizzi europei che aveva contribuito a delineare”, ha aggiunto spiegando che “in altri paesi dell’Unione si sono invece viste divergenze, talora serie, anche nell’approccio dei supervisori al tema”. Comunque alla fine di settembre la raccomandazione europea attualmente vigente sulla restrizione dei dividendi cessa di avere effetto. “A meno che la situazione economica, finanziaria e sanitaria non torni a peggiorare seriamente (una possibilità che non si può ancora escludere), non vediamo la necessità di reiterarla”, chiarisce il presidente.
di Francesca Conti