di Francesco Bongiovanni
Firenze, 8 mar. (LaPresse) – Nel giorno più triste, quello dell’addio e delle esequie solenni celebrate nella basilica fiorentina di Santa Croce, il capitano viola Davide Astori, morto nella notte tra sabato e domenica scorsi nell’albergo di Udine dove era in ritiro con la squadra, ha ricevuto l’abbraccio commosso di familiari e amici. Ma anche di tutto il mondo del calcio e di tutta la gente di Firenze, non solo dei tifosi.
A sancirlo è stato l’arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori nella sua omelia. “Siamo qui a pregare per Davide, in questa basilica – ha detto Betori – che l’Italia ha voluto fosse il sacrario degli uomini più illustri che l’hanno onorata, e che custodisce le virtù più alte del nostro popolo.
Queste virtù noi riconosciamo in Davide e per questo lo salutiamo in questo luogo”. E poi ha aggiunto che Firenze riconosce oggi Davide Astori “come uno dei suoi, un fiorentino, da sempre e per sempre”. Parole arrivate, attraverso gli altoparlanti all’esterno della basilica, direttamente al cuore delle migliaia di persone che gremivano piazza Santa Croce, da dove spontaneo si è levato un applauso.
Tutto il mondo del calcio ha voluto far sentire quanto il capitano viola fosse amato. Oltre ai compagni di squadra, arrivati insieme ai tecnici e ai dirigenti gigliati, tra i quali anche il presidente onorario andrea Della Valle, nella basilica erano presenti delegazioni di tutte le squadre, e tutte applaudite al loro arrivo dal popolo viola, compresa quella della Juventus, rivale storica della Fiorentina.
Anche campioni del passato, come Emilio Butragueno e Marco Van Basten hanno voluto essere presenti. Non mancavano i vertici dello sport italiano e le autorità locali: dal ministro Luca Lotti al presidente del Coni Giovanni Malagò; al commissario straordinario della Figc Roberto Fabbricini, insieme al suo vice Alessandro Costacurta; dal sindaco di Firenze Dario Nardella all’assessore regionale allo Sport Stefania Saccardi. Silenzioso e commosso è entrato in chiesa anche il segretario dimissionario del Pd, Matteo Renzi, arrivato in compagnia del patron viola Diego Della Valle.
L’emozione è stata tangibile e ha raggiunto l’apice quando Marco Astori, fratello del capitano viola, e il compagno di squadra Milan Badelj hanno preso la parola in chiesa. Marco è riuscito a dire solo poche frasi, con le parole strozzate dalle lacrime, mentre Badelj, ricordando il suo capitano ha detto: “Sei luce per tutti noi, tu che ci parlavi con la lingua del cuore, facendoti sempre capire da tutti”.
Dopo quasi due ore di cerimonia, il feretro ha lasciato la basilica, accolto da fumogeni viola, bandiere al vento e dall’inno della Fiorentina cantato a squarciagola dalle migliaia di persone in piazza.
Quello stesso inno che Astrori era solito sentire quando, in testa ai suoi compagni, saliva le scale che portavano sul manto verde dello stadio Artemio Franchi. Poi, tra due ali di folla, il carro funebre ha lasciato la piazza e Firenze per dirigersi a San Pellegrino (Bergamo), paese natale del capitano, dove la salma verrà tumulata.
Ma i fiorentini non lo dimenticheranno e Astori rimarrà sempre il capitano con la maglia numero 13, fin da domenica prossima, quando al Franchi i viola giocheranno contro il Benevento.
Nel dolore per la scomparsa del capitano, i tifosi viola si sono riconciliati con la dirigenza e con i fratelli Della Valle, con i quali i rapporti erano diventati sempre più tesi, fino a rompersi. E assicurano che il sostegno alla squadra e alla società sarà compatto. Un risultato che porta la firma di Davide Astori.