Atletica, addio a Paola Pigni: fu bronzo a Monaco ’72

"Profondo il cordoglio del presidente della Fidal Stefano Mei, del Consiglio federale e di tutta l'atletica italiana", si legge nella nota

Foto Alfredo Falcone - LaPresse 09/12/2020 Roma ( Italia) sportCONI: Cerimonia di Premiazione Concorsi Letterari e Giornalistici nella foto: Giovanni Malagò con Paola Pigni Foto Alfredo Falcone - LaPresse December 9, 2020 sportCONI: Award Ceremony for Literary and Journalistic Competitions In the pic Giovanni Malagò con Paola Pigni

ROMA – È scomparsa a 75 anni Paola Pigni, leggenda dell’atletica italiana, bronzo olimpico dei 1500 metri ai Giochi di Monaco nel 1972 e due volte campionessa mondiale di corsa campestre (1973 e 1974). Atleta tra le più rappresentative del mezzofondo azzurro, aveva vestito per 33 volte la maglia della nazionale ed era stata anche primatista del mondo dei 1500 nel 1969. “Profondo il cordoglio del presidente della Fidal Stefano Mei, del Consiglio federale e di tutta l’atletica italiana”, si legge nella nota.

La carriera

Nata a Milano il 30 dicembre 1945, ha iniziato come velocista (12.9 nei 100 e 27.0 nei 200 a 16 anni), salendo poi fino ad accasarsi di preferenza nei 1500 metri. Non esita però ad esplorare il fondo, avventurandosi perfino nella maratona, corsa a Roma il 31 dicembre del 1971 (la San Silvestro del Cus Roma) in 3h00:43. Nella Notturna di Milano del 1969 porta a 4:12.4 il record mondiale dei 1500 metri dopo aver superato sul passo l’olandese Maria Gommers (4:15.0). Sono tempi di rapida evoluzione per il mezzofondo femminile e più tardi, nella stessa stagione, ai campionati Europei di Atene, pur migliorandosi ulteriormente con 4:12.0, deve accontentarsi del terzo posto dietro Jaroslava Jehlicková (4:10.7, nuovo record del mondo) e la stessa Gommers (4:11.9).

Lo stesso fenomeno, e in forma ancor più eclatante, si verifica ai Giochi olimpici del 1972 a Monaco: pur migliorando il suo record italiano tre volte nel giro di cinque giorni (4:09.53 in batteria, 4:07.83 in semifinale e 4:02.85 in finale), nella gara decisiva finisce ancora terza, dietro la russa Lyudmila Bragina (4:01.38, nuovo record del mondo) e la tedesca dell’Est Gunhild Hoffmeister (4:02.83).

(LaPresse)

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