Atletica, Jacobs doloroso forfait nei 100m: podio tutto americano

Dalla gioia di Tokyo alla delusione di Eugene. Marcell Jacobs non ha potuto confermare il suo 'status' di uomo più veloce del mondo, costretto al ritiro prima delle semifinali dei 100 metri ai Mondiali di Eugene.

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse Marcell Jacobs arriva in Italia all'aeroporto Leonardo Da Vinci Nella Foto: Marcell Jacobs

MILANO – Dalla gioia di Tokyo alla delusione di Eugene. Marcell Jacobs non ha potuto confermare il suo ‘status’ di uomo più veloce del mondo, costretto al ritiro prima delle semifinali dei 100 metri ai Mondiali di Eugene. Nella notte italiana la doccia gelata è arrivata attraverso le parole dello stesso Jacobs con un post sui social: “Una scelta dolorosa. Sono costretto a interrompere la corsa nonostante abbia voluto in ogni modo essere qui a Eugene e confrontarmi con i miei avversari”. “Non c’è niente che io ami di più che correre e gareggiare. Sono un combattente ed è con questo spirito che avevo deciso di non mancare l’appuntamento con i Mondiali. Ma adesso – ha aggiunto l’azzurro – per non rischiare un infortunio più serio, devo rimandare il confronto alle prossime gare importanti, dopo un recupero pieno. Agli italiani e ai miei fan faccio questa promessa: ce la metterò tutta per continuare a farvi sognare”. A fermare Jacobs è stata “una contrattura a carico del grande adduttore della coscia destra che comunque gli ha permesso di concludere la performance” nella batteria dei 100m di ieri, ha spiegato in una nota il medico federale Andrea Billi. Così con il forfait dell’azzurro, i 100 metri tornano a parlare americano. La medaglia d’oro va al grande favorito Fred Kerley con il tempo di 9.86 (-0.1), l’argento va a Marvin Bracy e il bronzo a Trayvon Bromell entrambi accreditati di 9.88 ma separati tra loro da appena due millesimi (.874 contro .876 il responso del photofinish). E’ la terza tripletta statunitense nei 100 metri ai Mondiali, come già accaduto nel 1983 e nel 1991.

In casa Italia, resta l’amaro in bocca per quello che avrebbe potuto essere e invece non è stato. Per Jacobs una stagione travagliata dagli infortuni, che lo hanno costretto a una serie di ‘stop and go’ tra cui quello dolorosissimo di Eugene. La scelta di non gareggiare è stata avallata dalla Fidal, che attraverso il medico federale Billi e il presidente Stefano Mei hanno spiegato come si è pensato così di evitare infortuni più gravi nella speranza di poter riavere l’atleta disponibili per gli Europei di Berlino. “Nei test clinici condotti nella mattinata di oggi, la contrattura muscolare, seppure in maniera minore, rimaneva presente, per cui si è deciso di eseguire esami ecografico in statica ed in dinamica per valutare la reazione della componente muscolare. L’esame – ha spiegato ancora Billi – non ha mostrato lesioni muscolari, ma ha evidenziato in contrazione una zona di stasi ematica loco regionale a carico del grande adduttore della coscia destra. Essendo questo un quadro clinico che può mettere a rischio l’integrità muscolare e portare a lesioni, si è deciso di non consentire la partecipazione alla gara di questa sera”. “Aver tutelato l’integrità di Marcell è importante, perché la nostra destinazione finale sono i Giochi di Parigi”, ha detto a sua volta il dt Antonio La Torre.

“Jacobs ha dimostrato un coraggio notevole. Ha voluto fortemente provare a onorare l’impegno, ci ha provato fino all’ultimo momento. Questa per me è una grande dimostrazione di serietà e attaccamento alla maglia azzurra”, ha dichiarato nella notte italiana il presidente federale Stefano Mei. “La vita di un atleta – ancora le parole di Mei – è fatta di momenti positivi ed altri negativi. Ed anche un piccolo problema può impedire il rendimento di una macchina così sofisticata come il corpo di un atleta. È fin troppo ovvio che mi dispiaccia, il fatto di non rivedere Jacobs in pista. Ma condivido certamente la scelta di non rischiare, per evitare di compromettere definitivamente la stagione”. Dalla voce dell’allenatore di Jacobs, Paolo Camossi, il racconto di come si è arrivati alla decisione dello stop: “Non è stato facile, fino all’ultimo secondo abbiamo valutato il da farsi – ha spiegato – Prima dei Mondiali abbiamo lavorato bene, i dolori erano andati via, ma sapevamo che l’incognita sarebbe stata l’alta intensità. In batteria Marcell ha sentito una fitta all’adduttore che gli ha impedito di essere se stesso: da ieri sera si è sottoposto a tutta la fisioterapia necessaria, poi stamattina si è svegliato indolenzito. L’ecografia ha manifestato una contrattura e sappiamo che compromettere l’adduttore vorrebbe dire finire la stagione. Chi ha deciso per la rinuncia? L’ultima parola è stata del gruppo azzurro”. Poca voglia di parlare, da parte di Marcell, e uno stato d’animo comprensibilmente provato. Ancora Camossi: “In questo momento è molto dispiaciuto per non aver dato emozioni a se stesso e agli altri. Ma abbiamo visto la finale insieme e siamo molto sereni per il futuro: ci ha fatto capire che non c’è un vero dominatore nella velocità mondiale, e sapevamo che il 9.79 di Kerley non sarebbe stato ripetuto nei turni successivi. Ora bisogna mettersi subito in mentalità Europei di Monaco”.

LaPresse

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