NAIROBI (LA PRESSE) – È durato 20 ore in Kenya l’assedio all’albergo di lusso di Nairobi attaccato da un commando di al-Shabaab. Alla fine il bilancio è di 14 morti, fra cui un cittadino Usa e uno britannico, e tutti e cinque gli assalitori uccisi. Il gruppo terroristico somalo, secondo quanto riferisce Site, ha annunciato che l’attacco è stato realizzato in risposta alla decisione del presidente Usa Donald Trump di dichiarare Gerusalemme capitale di Israele.
Tutto è cominciato intorno alle 15 locali di martedì: i cinque hanno sfondato il check point di un centro commerciale con un’auto e fatto irruzione nel vicino albergo di lusso ‘DusitD2’ vestiti di nero e con bandane rosse sulla fronte, imbottiti di esplosivo, munizioni e kalashnikov. Prima almeno un kamikaze si è fatto esplodere, poi gli altri hanno aperto il fuoco e, secondi i testimoni, hanno usato anche diverse granate.
Dei 14 morti accertati, 11 sono cittadini del Kenya, uno è un cittadino britannico con passaporto sudafricano e un altro è un cittadino Usa che era scampato agli attacchi dell’11 settembre a New York. Jason Spindler, questo il suo nome, si trovava in Kenya per lavoro, dal momento che è co-fondatore di una società specializzata in progetti di economia sostenibile per Paesi in via di sviluppo. Almeno 30 i feriti, tra cui una donna incinta in condizioni gravissime. I testimoni hanno parlato di persone in fuga che tentavano di nascondersi sotto i tavoli o nei bagni dell’albergo per sfuggire alla pioggia di fuoco mentre altri cercavano riparo provando a raggiungere le scale o rannicchiarsi sotto le auto del parcheggio.
Durante le 20 ore di assedio e scontri con le forze di sicurezza il Kenya è ripiombato nell’incubo del terrorismo. A molti cittadini sono tornate alla memoria le immagini di quando il gruppo jihadista somalo al-Shabaab nel 2013 ì colpì il centro commerciale Westgate di Nairobi, provocando 67 morti: allora l’attacco si era concluso dopo quattro giorni di assedio, il che aveva portato grandi critiche sulle autorità per la gestione.
Tutti gli attentatori del Dusit sono stati uccisi: oltre al kamikaze, due uomini del commando sono stati eliminati nella notte fra martedì e mercoledì mentre gli ultimi mercoledì mattina, dopo un lungo scontro a fuoco con le forze speciali. George Kinoti, direttore delle indagini, ha riferito ad AFP che “due sospettati di spicco” sono stati arrestati in relazione all’attacco, uno nel sobborgo di Eastleigh e l’altro a Ruaka, nella zona nordovest di Nairobi, dove gli agenti hanno effettuato un’incursione in una abitazione in cui viveva uno degli attentatori. “Uno degli uomini è stato identificato dalla gente del posto, che ha chiamato la polizia confermando che viveva lì con sua moglie”, ha detto una fonte alla polizia.
Nel centro di Nairobi, decine di persone si sono messe in fila per donare il sangue davanti al memoriale dell’ambasciata Usa distrutta durante un attacco di Al-Qaeda nel 1998, in cui morirono 213 persone. All’obitorio di Nairobi, invece, angoscia e confusione per l’identificazione dei corpi. L’ultimo attacco di grandi proporzioni in Kenya risaliva al 2015, quando al-Shabaab uccise 148 persone all’università di Garissa, nel Kenya orientale. Da allora attentati sporadici hanno colpito le forze di sicurezza perlopiù nelle regioni isolate del nordest.