MILANO – Suona quasi come un ‘de profundis’ la situazione del mercato auto dell’Europa Occidentale. Secondo i dati diffusi oggi dall’Acea, in febbraio nell’area UE+EFTA+UK sono stati immatricolate 804.028 autovetture con un calo del 5,4% su febbraio 2021. Ed anche il consuntivo dei primi due mesi dell’anno è negativo.
Le immatricolazioni sono state 1.626.350 con un calo sul 2021 del 3,9%. Questi risultati, per il Centrostudi Promotor, “appaiono in tutta la loro gravità se si considera che nell’intero 2021, rispetto ai livelli ante pandemia (2019), si era registrato un calo del 25,5%”.
Un tunnel imboccato col Covid, di cui Promotor ripercorre le tappe.
“Dopo la crisi innescata dalla pandemia non vi sono stati eventi che abbiano consentito un’inversione di tendenza. – sottolinea – Alcuni paesi, tra cui l’Italia, hanno adottato incentivi per sostenere la domanda, ma il risultato è stato soltanto parziale, anche perché, oltre agli ostacoli creati direttamente dalla pandemia, vi sono stati altri fattori che, non solo hanno impedito il recupero, ma anzi hanno determinato nuove cali di immatricolazioni. In particolare, alla pandemia si è associata, come era inevitabile, una forte caduta del Pil ed anche problemi per l’offerta di auto oltre che per la domanda.
La carenza di microchip e di altri componenti ha determinato infatti fermate produttive che hanno reso più difficile soddisfare in tempi ragionevoli la domanda peraltro già fortemente ridimensionata dagli effetti diretti ed indiretti della pandemia.
La tempesta perfetta si è realizzata con l’invasione russa della Ucraina. Il futuro preoccupa. Le prospettive – è la analisi del centro studi -sono tutt’altro che favorevoli. La guerra tra Russia e Ucraina ha avuto sulle vendite di auto un impatto marginale sugli ultimi giorni di febbraio, ma l’effetto negativo dovrebbe essere molto più forte sulla domanda in marzo e nei prossimi mesi. E ciò non soltanto per gli effetti della guerra sull’economia e sulla domanda di autoveicoli (penalizzata anche dall’impennata dei prezzi dei carburanti), ma anche perché alle già esistenti difficoltà di fornitura di componenti per l’auto se ne potrebbero aggiungere altre per il venir meno della produzione Ucraina di componenti per l’auto, come cavi ed altro”.
E in un panorama in cui il bollettino medico che non da’ buone notizie è il mercato italiano quello che sta peggio, visto che in febbraio accusa un calo sullo stesso mese del 2021 del 22,6%. La ragione principale per il centro Promotor “è da ricercarsi nel fatto che il mercato nel 2022 si è bloccato perché gli incentivi alla domanda più volte annunciati al momento non sono ancora arrivati e quindi l’attesa delle agevolazioni blocca gli acquisiti”.
E sono proprio i primi due gruppi europei, Volkswagen e Stellantis, a a patire di più, con rispettivamente un calo dell’11,6 e 17,5% di immatricolazioni in meno su febbraio 2021. L’invito di Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, ha i toni di un appello: “il Governo rompa gli indugi e renda operativi gli incentivi che ha promesso”.
Di Laura Carcano