Di Nadia Pietrafitta
Roma, 12 giu. (LaPresse) – Pugni, calci e spintoni. Finisce così alla Camera la seduta sull’autonomia differenziata. I deputati votano tutto il giorno gli emendamenti al ddl Calderoli e non mancano mai le frecciatine tra maggioranza e opposizione, come da normale amministrazione. A sera, però, il livello di tensione si alza e si arriva a una vera e propria rissa in aula, con tanto di feriti ed espulsioni. I fatti. Tutto inizia con una protesta organizzata dalle opposizioni. I deputati di Pd, M5S, Avs, Iv e Azione si alzano in piedi e sventolano le bandiere tricolori, cantano l’inno d’Italia e urlano “vergogna”. In risposta anche i deputati di FdI intonano l’inno. Lorenzo Fontana prova a calmare gli animi: “Colleghi per cortesia, capisco che le Europee sono vicine, vi chiedo di collaborare”. La protesta, però, va avanti. Le opposizioni cantano ‘Bella ciao’, il deputato leghista Domenico Furgiuele si alza in piedi e incrocia le braccia. “Ha fatto il segno della Decima Mas”, accusano dai banchi delle minoranze e iniziano a urlare “Fuori, fuori”. Fontana va al ‘var’, guarda i video ed espelle il parlamentare del Carroccio. Non è finita. La situazione precipita quando il deputato M5S Leonardo Donno prova a consegnare una bandiera dell’Italia al ministro dell’Autonomia Roberto Calderoli. Fontana lo espelle. Alcuni parlamentari della destra si mettono in mezzo e parte la rissa. “Igor Iezzi ha colpito Donno con dei pugni ripetutamente sulla testa – riferiscono da sinistra – ed è stramazzato a terra”. Il deputato M5S viene portato via dai paramedici in sedia a rotelle e anche un commesso finisce in infermeria colpito al volto e all’addome. Seduta ancora sospesa.
Fontana convoca la capigruppo e, sconsolato, ammette: “Si sono picchiati, ora vedremo i video”. Si torna al var. Le opposizioni, comunque, non hanno dubbi. “Si è veramente superato il limite, abbiamo assistito a una aggressione che ha dello squadrismo”, attacca la capogruppo Pd Chiara Braga. Parla di “fatto di una gravità senza precedenti. La destra ha pestato un parlamentare dell’opposizione”, le fa eco da Avs Nicola Fratoianni. “Sono accaduti più fatti gravissimi, non è possibile riprendere i lavori in questo clima di crescente violenza verbale e fisica – avverte la segretaria Pd Elly Schlein – “A 100 anni dall’omicidio Matteotti non si devono e non si possono vedere queste immagini, non pensino di fermare i nostri diritti di opposizione contro le riforme con cui stanno stravolgendo l’Italia”. Giuseppe Conte non è presente in aula, ma si affretta a stigmatizzare sui social l’accaduto: “Siamo arrivati alle violenze dai banchi della maggioranza Meloni – scrive – Giù le mani da noi, giù le mani dal nostro tricolore. Non passerete. Vergogna”.
Si difendono i parlamentari della destra. Il gesto della X con le mani “l’ho fatto per dire che non mi piace ‘Bella ciao’, perché non è una canzone che rappresenta tutto il popolo italiano – assicura ai cronisti Furgiuele – A X Factor facevano la X per dire no, io posso fare quello che voglio?”. “Non c’entra la bandiera, quella di Donno è stata una cosa violenta. Ho visto Calderoli spaventato, sappiamo che non sta nemmeno tanto bene. È assurdo. Io, potrei sbagliarmi, ma ho visto un parapiglia non il pugno”, assicura Massimo Bitonci, sottosegretario della Lega al ministero delle imprese e del Made in Italy. Calderoli conferma di aver avuto paura: “Se uno vede una macchina che fa? Attraversa o si ferma? Io non so con che intenzioni uno si avvicina”, spiega. Anche Iezzi, poi, nega di aver colpito Donno. Il diretto interessato, però, tornato in Transatlantico dopo il pit stop in infermeria, non è d’accordo: “Ho preso un pugno che mi ha sfiorato la faccia dal deputato Iezzi, altri ci hanno provato come Amich, Mollicone, Candiani (i diretti interessati smentiscono, ndr). Poi sono arrivati tanti altri, i commessi… io sono crollato, facevo fatica a respirare. Di sicuro mi sono spaventato ma per fortuna ora sto bene, mi hanno fatto un elettrocardiogramma e sto bene”, racconta.
Nel frattempo la capigruppo decide che i lavori riprenderanno domani mattina. “Sono stati acquisiti i filmati per accertare nella loro interezza i fatti e adottare ulteriori provvedimenti”, spiegano dalla presidenza della Camera. La seduta si chiude, non prima di una nuova bagarre. “Stefano Bertacco, presente”, scandisce il deputato di Fratelli d’Italia Marco Padovani, per ricordare l’ex senatore di FdI Stefano Bertacco scomparso nel 2020. Il richiamo al saluto fascista fa scattare il parlamentare Pd Nico Stumpo che lancia una sedia e si guadagna l’espulsione dall’aula. Domani, dopo le decisioni del var, inizierà il secondo tempo.