Autonomia, alta tensione tra Lega e M5S. Berlusconi: “Il governo potrebbe cadere”

Intanto la leader di Fratelli d'Italia sfida l'esecutivo e rilancia proponendo una riforma più ampia

in foto Luigi Di Maio e Matteo Salvini

ROMA – Il rischio che l’iter per arrivare all’autonomia differenziata di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna si inceppi è alto, anzi altissimo. A dispetto delle ‘certezze’ diffuse dalla Lega su un accordo granitico con i 5Stelle, le dichiarazioni dei soci di governo non sono poi così rassicuranti.

Il governo Lega-M5S si incrina sul tema autonomia

Il tema, difeso dai grillini, è sempre quello di non creare una spaccatura tra Nord e Sud e, soprattutto, che non ci siano cittadini di serie A e serie B. La riforma delle autonomie, dice il sottosegretario Manlio Di Stefano, non può “minare il principio costituzionale” dell’uguaglianza dei cittadini e Salvini “ha il dovere di occuparsi di tutti gli italiani”. Il collega di governo Riccardo Fraccaro, richiamando al ruolo del Parlamento nel processo legislativo, non esclude infatti un intervento delle due Camere sul testo.

Eventualità che invece il ministro Enrika Stefani non prende in considerazione, perché “l’intesa non è emendabile”. Insomma il Carroccio dal Parlamento vuole un semplice ‘visto e firmato’ e su questo tema non ammette e non vuole concedere cambi di passo.

L’appello al vicepremier Salvini

Sulle Autonomie la Lega non può fallire, sull’intesa pesano la maggior parte degli elettori del Nord, oltre a dipendere sostanziali equilibri interni in via Bellerio. Non a caso è proprio Roberto Maroni, ex segretario e governatore della Lombardia, ad intervenire, rivolgendosi a Salvini. “Caro Matteo non farti fregare: se Di Maio dice ‘no’ all’Autonomia esci dal governo. E’ un atto dovuto al grande Umberto e alla nostra storia”.

Troppe differenze di vedute tra Salvini e Di Maio

Salvini sembrerebbe alle corde, con Luigi Di Maio che non nasconde le sue perplessità e spinge per far saltare il ‘provvedimento principe della Lega’ e la base lumbard che invece insiste affinché si faccia subito e senza scendere a compromessi. Altro scontro quindi all’orizzonte nel governo giallo-verde che, riferiscono i ben informati, potrebbe anche non risolversi ed essere rimandato al dopo voto delle Europee. Quando Salvini, sicuro di un bottino elettorale corposo, passerà all’incasso dai pentastellati.

Il governo scricchiola, Berlusconi si inserisce

In questo quadro di attriti e scricchiolii gongola Silvio Berlusconi: “Ho già detto che questo governo sarebbe caduto sui fatti, l’autonomia è uno di quei provvedimenti che potrà costituire un fatto su cui è pensabile e possibile che questo governo cada, io me lo auguro di cuore”.

La proposta della leader di Fratelli d’Italia

Giorgia Meloni invece sfida l’esecutivo e rilancia proponendo una riforma più ampia. “Si abbia il coraggio di fare una riforma costituzionale complessiva che preveda il presidenzialismo, l’elezione diretta del Capo dello Stato, un rapporto diretto tra cittadini e la politica e il contrappeso di autonomie per tutte le Regioni italiane”.

(LaPresse/di Donatella di Nitto)

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