Autonomia, Calderoli: “Dalla Cei intervento inopportuno”

"La Cei, per bocca di monsignor Santoro, presidente della commissione Politiche sociali, prima di bocciare l’autonomia differenziata delle Regioni farebbe bene a leggersi meglio le carte, per evitare termini inopportuni come 'boccone avvelenato' e 'spacca Italia''.

Foto LaPresse - Sergio Agazzi

ROMA – “La Cei, per bocca di monsignor Santoro, presidente della commissione Politiche sociali, prima di bocciare l’autonomia differenziata delle Regioni farebbe bene a leggersi meglio le carte, per evitare termini inopportuni come ‘boccone avvelenato’ e ‘spacca Italia’. Intanto è bene ricordare che questa riforma avviene senza toccare la carta costituzionale. Dove il regionalismo differenziato è previsto dal 2001, dunque è ormai ‘maggiorenne’, e in questi 18 anni la Cei non aveva mai lanciato allarmi sui rischi di spaccare l’Italia o di ‘bocconi avvelenati’. Entrando nello specifico ricordiamo ai nostri vescovi che con questa riforma non viene tolto un euro a nessuna Regione. Per cui per tutte le Regioni che per ora non intraprenderanno questo percorso non cambierà assolutamente nulla rispetto alla situazione attuale”. Lo afferma in una nota il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli.

Il cambiamento

“Quello che cambierà, per le Regioni che avranno maggiore autonomia su alcune competenze e sulle relative risorse, sarà la possibilità di decidere come spendere i propri soldi in queste singole materie. Sviluppando economie di scala, riducendo gli sprechi e generando risparmi da reinvestire in quella singola materia per fornire servizi ancora migliori ai cittadini – aggiunge -. Sull’esempio delle prime Regioni apri pista, della Lombardia, del Veneto, dell’Emilia Romagna, si stanno muovendo ora il Piemonte e la Liguria. Dunque siamo certi che nel giro di pochi anni arriveranno a ruota anche le rimanenti Regioni ordinarie. Perché il regionalismo differenziato è ineludibile”.
“Infine, una considerazione sotto gli occhi di tutti. Secondo monsignor Santoro oggi i servizi erogati ai cittadini sono uguali in tutta l’Italia, soprattutto pensando al servizio sanitario?”, continua. “Forse i vescovi dovrebbero puntare il loro indice su quelle Regioni dove ci sono le formiche nelle corsie degli ospedali e non lanciare allarmi su come la Lombardia o il Veneto intendono spendere le proprie risorse. Ciò senza togliere un quattrino alle Regioni del Centro o del Sud Italia e ai loro cittadini”, conclude Calderoli.

LaPresse

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