Autonomia, il monito di Mattarella: “Garantire diritti di tutti, sia al Nord che al Sud”

Foto Francesco Ammendola/Ufficio Stampa Quirinale / LaPresse In foto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

“Al Nord come nel Mezzogiorno, nelle città come nei paesi, nelle metropoli come nelle aree interne” occorre “poter vivere la piena validità dei principi costituzionali”. Nei giorni in cui è tornato a infiammarsi il dibattito sull’Autonomia, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, pur senza mai nominare la riforma, fissa i “punti fermi” a garanzia dei diritti di tutti i cittadini. Lo fa, non a caso, dalla platea da ‘record’ dell’Assemblea nazionale dell’Anci, composta da oltre 2200 amministratori locali, che vede tra i suoi ospiti anche due dei più agguerriti sostenitori del regionalismo differenziato: i leghisti Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, e Attilio Fontana, presidente della Lombardia.

Accolto dalla standing ovation delle ‘fasce tricolori’, Mattarella si richiama al titolo scelto quest’anno dall’associazione che riunisce i Comuni italiani – convocata alla Fiera di Bergamo, per augurarsi “che la ‘voce del Paese’ che ambite interpretare possa sempre esprimersi in modo compiuto e trovare ascolto”. E “a conferire autorevolezza – dice – sarà la capacità di tenere fede ai decisivi impegni assunti in questi tempi difficili”. La Costituzione, esordisce Mattarella “sancisce il principio di uguaglianza per i cittadini e, naturalmente, vale per i Comuni, che devono essere messi tutti in condizione di adempiere ai compiti loro affidati, per poter concorrere a realizzare il principio costituzionale della pari dignità dei cittadini”.

Dalla città simbolo della pandemia, Bergamo, Mattarella ricorda le terribili immagini dei camion militari che portano via i feretri delle tante persone morte a causa del virus. “Non le dimenticheremo – promette -, rappresentano un monito permanente. Un appello severo e non effimero alla responsabilità”. Una premessa per dire rilanciare l’importanza del ruolo della scienza e la consapevolezza “che serve una sanità più attenta ai territori, servizi di cura più vicini alla persona, assistenza più aderente ai bisogni delle famiglie, soprattutto delle più svantaggiate e in difficoltà”.

Di Autonomia, ovviamente, parla anche il presidente nazionale dell’Anci, Antonio Decaro, che apre la sua relazione ricordando Roberto Maroni, morto questa notte, che da governatore lombardo lanciò nel 2017 il referendum consultivo sulla riforma. Con l’obiettivo di ridurre le distanze che ancora esistono fra varie zone del Paese”, i Comuni “porteranno nella discussione il proprio punto di vista, aperti al confronto e a trovare le soluzioni migliori”, nella convizione “per prima cosa, che in una eventuale riorganizzazione delle funzioni, dobbiamo evitare di moltiplicare e sovrapporre gli uffici, gli incarichi, le competenze, i passaggi e le procedure burocratiche”, afferma Decaro.

E in secondo luogo, avverte il sindaco di Bari, “metteremo in chiaro che nessun intervento di riforma potrà mai intaccare le funzioni fondamentali dei Comuni, delle Province e delle Città metropolitane come sono definite adesso dalla legge statale sulla base del dettato costituzionale”. A rassicurare i Comuni, il governatore lombardo Fontana. “L’autonomia differenziata è la nostra occasione per ridisegnare le competenze e affermare il protagonismo e la responsabilità di Comuni ed Enti”, sottolinea il leghista nel suo saluto. “Rifuggiamo – spiega Fontana – ogni idea di riprorre un centralismo a livello regionale. Non vogliamo più risorse ma decidere come spendere al meglio quelle che abbiamo per avere servizi più efficienti. Regione Lombardia è pronta a fare la sua parte, ad assumere la regia di un sistema policentrico e virtuoso di relazioni, competenze e buon governo capace di migliorare la vita dei propri cittadini”.(LaPresse)

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