Autonomia, Regioni alla resa dei conti. La Corte costituzionale a raccolta

Oggi i governatori del Nord da Calderoli per trattare sui Livelli essenziali

CASERTA Sull’autonomia sono in arrivo i round decisivi. La battaglia si fa sempre più serrata con il progredire dell’iter legislativo. Mentre le regioni del Nord, capeggiate da Luca Zaia, presidente del Veneto, spingono per un “nuovo e concreto passaggio” verso la realizzazione dell’autonomia, il Sud, e in particolare la Campania, continua a opporsi con forza a quello che vede come un pericolo per l’unità nazionale. L’incontro decisivo è previsto per le 13 a Roma, presso il Ministero per gli Affari regionali e le Autonomie, dove Zaia, insieme ai presidenti di Lombardia e Piemonte, incontrerà il ministro Roberto Calderoli per chiedere l’avvio dei negoziati su nove materie fondamentali non coperte dai Livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Tra queste, l’organizzazione della giustizia di pace, il commercio con l’estero, la protezione civile e il coordinamento della finanza pubblica. Secondo Zaia, l’autonomia non deve essere vista come “la secessione dei ricchi” o un atto egoistico, ma come un’evoluzione del regionalismo. Nonostante queste dichiarazioni, la Campania e altre regioni del Sud continuano a vedere l’autonomia differenziata come una minaccia. La preoccupazione è che un sistema decentralizzato possa ampliare ulteriormente il divario tra Nord e Sud, con le regioni settentrionali in grado di gestire maggiori risorse e competenze, a discapito di quelle meridionali che già faticano a tenere il passo. Per questo motivo, la Campania, insieme a Puglia, Toscana, Sardegna, e altre regioni, ha avviato un ricorso alla Corte costituzionale per contrastare la riforma.

Il prossimo appuntamento cruciale è fissato per il 12 novembre, quando la Corte discuterà le questioni di legittimità costituzionale sollevate dalla Puglia e dalla Toscana, con la Campania che si prepara a un ruolo da protagonista (l’udienza per il ricorso di De Luca sarà fissata in questi giorni). Questo potrebbe rappresentare un punto di svolta nella battaglia contro il testo Calderoli, con potenziali ripercussioni sul futuro della legge stessa. Sul fronte politico, il centrosinistra si presenta compatto contro l’autonomia differenziata, mentre all’interno del centrodestra emergono differenze significative. Forza Italia mantiene una posizione prudente, sostenendo la necessità di una riforma organica che non crei distinzioni tra le materie coperte dai Lep e quelle non coperte. Il presidente della Calabria, Roberto Occhiuto, ha recentemente chiesto una riflessione più approfondita, ma i governatori del Nord, guidati da Zaia, sono determinati a proseguire, sostenuti dal ministro Calderoli. Per il centrosinistra l’autonomia è l’ultimo terreno in cui il campo largo può rimanere insieme. “Noi dobbiamo continuare a lavorare per tenere unite tutte le forze progressiste, liberali e anche moderate senza veti, senza diktat e pregiudizi, lavorando sui contenuti e sui programmi per offrire un’alternativa credibile di governo agli italiani”, ha detto ieri Piero De Luca, deputato pd e figlio del governatore campano. Tra M5S e Iv volano gli stracci, ma l’autonomia resta terreno comune, collante finale. Un ko sul tema rischia di essere la pietra tombale sulla coalizione.

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