Il sereno è durato soltanto qualche ore. A ‘rovinare’ il clima tra Carroccio e grillini ci hanno pensato due pezzi da novanta della Lega. Luca Zaia e Attilio Fontana hanno criticato duramente il premier Giuseppe Conte e gli ‘alleati’. Il tema della discordia è il caso dell’Autonomia delle Regioni.
La piega che sta prendendo la riforma non piace ai due governatori. Troppo incline al Movimento, poco dura e netta, come invece la sognavano. “Ci sentiamo presi in giro – ha dichiarato Zaia -. Non da Salvini”, ma dal presidente del Consiglio. Il leghista gli imputa poca praticità, perché la riunione di oggi avrebbe prodotto “il nulla”.
Nell’accusare il capo dell’esecutivo ha rimarcato il peso del Veneto: “Siamo cinque milioni di cittadini e 150 miliardi di Pil”. Vuole che chi merita, i cosiddetti ‘virtuosi’, siano premiati.
E il vertice non è stato di gradimento neppure a Fontana: il presidente lombardo vuole vedere il testo definitivo della riforma, ma le premesse, al momento, non lo convincono.
L’incontro avuto oggi dagli esponenti del governo ha portato alla cancellazione dell’articolo 12 che prevedeva l’assunzione degli insegnati da graduatori regionali. Un nuovo Consiglio dei ministri è stato programmato per lunedì. A quello di oggi Matteo Salvini era assente: presenti, invece, i ministri Fraccaro, Costa, Stefani, Locatelli, Busetti e il premier Conte.