MILANO – A due anni esatti di distanza dai referendum, l’autonomia è in mezzo al guado. Il dossier è stato ripreso in mano dal ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ma i due governatori leghisti, Attilio Fontana e Luca Zaia, si impuntano e sfidano il governo. Certo è che ne è passata di acqua sotto i ponti dal 22 ottobre 2017, con 2.875.438 sì in Lombardia e dai 2.273.985 voti favorevoli in Veneto. In partita, oltre all’Emilia-Romagna di Stefano Bonaccini che ha scelto di non passare dalla via referendaria, sono entrate altre Regioni, dal Piemonte alla Liguria, dalla Toscana alla Puglia.
Zaia alza la voce
Un ‘anniversario’ senza celebrazioni per Zaia, che anzi alza la voce da Palazzo Balbi, a Venezia, nel giorno dell’incontro a Roma fra la delegazione del Veneto con i tecnici del ministero guidato da Boccia, aggiornato al 30 ottobre per un nuovo confronto. “Roma è inadempiente. Lo è stata con il governo Gentiloni, lo è stata con il Conte 1 e lo è anche con il Conta 2 in questa fase. E’ inadempiente perché non ha mai fatto una controproposta al progetto del Veneto”, attacca il presidente della Regione.
La questione autonomia
E ancora: “Siamo fermi sulla nostra posizione, so che ai veneti devo garantire che si va fino in fondo al confronto, e anche allo scontro civile, se serve, ma io voglio vedere le carte su Roma”. Per Zaia, in ogni caso, “il piano B è molto semplice: se il governo non vuole trattare, la Regione Veneto continuerà sul piano della battaglia legale. Quindi, approveremo per singole materie dei progetti di legge che poi, immagino, il governo impugnerà e, quindi, andremo in Corte costituzionale legge per legge”.
La sfida al governo
Insomma, una sfida lanciata al governo giallorosso. Mentre, a Milano, Fontana si fa sentire prima su Facebook con un video e poi partecipa al flash-mob fuori dal Pirellone con i consiglieri regionali leghisti. Addosso magliette con la scritta ‘Non si boccia l’autonomia’, con un gioco di parole chiaramente riferito al cognome del ministro. Per il governatore lombardo, comunque, “siamo arrivati a un punto dal quale non si può tornare indietro. Abbiamo bisogno di una risposta chiara da parte di questo governo. Siamo convinti che l’autonomia serva non solo alla Lombardia e al Veneto ma a tutto il Paese. Per questo motivo combattiamo tutti insieme per ottenerla”.
La replica
Pronta, intanto, su Facebook la replica del titolare degli Affari regionali e le autonomie. “Un tempo andavano di moda le felpe oggi le t-shirt. Mentre a Milano consiglieri regionali e presidente della Regione fanno un flash mob – sottolinea – a Roma nello stesso momento si lavora con la delegazione trattante del Veneto che ha ricominciato il negoziato con i tecnici del Governo sull’autonomia differenziata”. Una partita ancora tutta da giocare.
(LaPresse/di Luca Rossi)