Autonomie, governatori e Conte ai ferri corti. Zaia e Fontana: non firmiamo l’accordo, non c’è qualità. Martedì a palazzo Chigi gli incontri decisivi

La lettera dei presidenti di Veneto e Lombardia al premier: "Presidente Conte, Lei ha l'opportunità di scrivere una pagina di storia di questa Repubblica. Se non la scriverà Lei, lo farà qualcun altro"

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 10-04-2019 Roma Politica Camera dei Deputati. Commissione parlamentare per le Questioni regionali Nella foto il governatore del Veneto Luca Zaia e il governatore della Lombardia Attilio Fontana Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 10-04-2019 Roma (Italy) Politic Parliamentary Commission for Regional Issues In the pic Luca Zaia, Attilio Fontana

Giuseppe Conte, dopo gli attacchi subiti sulle Autonomie, aveva scritto direttamente cittadini veneti e lombardi, snobbando Luca Zaia e Attilio Fontana. Ma a rispondergli oggi sono stati proprio i governatori di Veneto e Lombardia.

Il premier aveva chiesto lo stop degli ‘insulti’ e delle polemiche, auspicando di poter lavorare sulle Autonomie in sintonia. I presidenti delle due Regioni hanno rispedito al mittente l’invito. Non sono intenzionate a firmare l’intesa sulla riforma, perché quello che c’è in ballo al momento appare come un accordo “senza qualità”.

“Per parte nostra – hanno scritto Luca Zaia e Attilio Fontana in una lettera aperta indirizzata al premier Conte – vogliamo mantenere fede all’impegno assunto con i nostri cittadini – hanno assicurato -. Presidente Conte, Lei ha l’opportunità di scrivere una pagina di storia di questa Repubblica. Se non la scriverà Lei, lo farà qualcun altro. Perché la spinta verso l’autonomia e verso la responsabilità nei confronti dei cittadini è ormai inarrestabile” .

“Noi – continua il documento – restiamo aperti al dialogo con Lei, Presidente Conte, e pronti a cambiare opinione se il testo delle intese sarà capace di rispondere alle esigenze della vita vera che abbiamo provato a descrivere. Ma – hanno sottolineato – se si continua con una farsa, come accaduto finora, e’ evidente che non firmeremo nulla”.

“L’autonomia richiesta dai cittadini lombardi, veneti, emiliano-romagnoli vuole cercare di rendere più semplice la vita di chi lavora, studia, vive nelle nostre regioni”. “Noi vogliamo l’autonomia – hanno chiarito i leghisti – per cercare di semplificare la vita di tutti, rendendo chiaro e semplice individuare chi fa che cosa, superando la sovrapposizione di compiti e funzioni che oscurano le responsabilità, dilatano i tempi e fanno esplodere i costi”.

“L’autonomia è una sfida soprattutto per noi stessi e per le istituzioni che siamo chiamati a governare, Signor Presidente – hanno evidenziato Fontana e Zaia -. Non avremo scuse se non riusciremo a realizzare i nostri progetti e i cittadini ci premieranno o puniranno”.

Cone ha fatto sapere di aver preso atto della lettera. Due le riunioni che ha programmato per affronare la riforma: entrambi si terranno martedì pomeriggi.

Il premier a palazzo Chigi avrà una prima riunione con il ministro della Cultura Alberto Bonisoli e il ministro per gli Affari regionali Erika Stefani. La seconda, invece, tratterà le risorse economiche necessarie per concretizzare l’operazione il ministro Tria.

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