Roma – “Il federalismo è centripeto, aggrega i Paesi. Mentre il centralismo è centrifugo, disgrega i Paesi. E poi c’è chi è per l’equa divisione del malessere che vuole mummificare l’Italia. Ma questo Paese sprofonderà se non si dà una struttura e una logistica federalista”. Ne è convinto il governatore del Veneto, Luca Zaia, che in una intervista al Corriere della Sera esclude che la legge sulle Autonomie avrà ricadute sul Mezzogiorno. “Di Maio è il capo di un partito che è nostro alleato. Quando ha parlato lui hanno parlato tutti, deduco. Il suo è un alto atto di coerenza che convincerà i perplessi e qualche rancoroso che ancora ci vede come i somari che trainano il carro” assicura.
Sulle misure del governo, in particolare sul reddito di cittadinanza, Zaia spiega che “quota 100 è un impegno che ci siamo presi e lo dobbiamo fare. Quanto al reddito di cittadinanza, dalle mie parti fa venire il mal di pancia anche se non contesto l’idea dell’inclusione. Però deve essere calibrato e non inteso come un sussidio per uno che ingrassa davanti al tv. E se vogliamo creare occupazione diamo le risorse ai datori di lavoro per defiscalizzare le assunzioni”.
Il Governatore del Veneto esclude che l’Autonomia avrà ricadute sul Sud Italia
“Per aiutare i più deboli bisogna fare in modo che gli ospedali funzionino bene. Io ho fatto una scelta strategica rispetto al privato che in Veneto non supera il 12%. Da noi è normale che tutti, i poveri e i ricchi, vadano a curarsi in ospedale. Potrei citarne tanti ma faccio solo il nome di Gilberto Benetton, che purtroppo non c’è più: anche lui è stato curato fino all’ultimo all’ospedale civile di Treviso” spiega.
E sui dati che vogliono una aspettativa di vita più lunga in Veneto che in Campania, il governatore leghista sottolinea: “Gran parte del dato dipende dalla qualità delle cure. In Veneto, in tutti gli hub provinciali abbiamo la chirurgia robotica per le operazioni alla prostata. Un’altra innovazione che allunga la vita è la corsia riservata alle donne che vivono il calvario del tumore al seno: abbiamo la Brest Unit che segue le pazienti lungo tutto questo percorso, dalla palpazione alla ricostruzione. Il risultato è sorprendente: oltre il 90% delle guarigioni. Noi abbiamo anche la ‘Usl 0’ che cura i servizi per tutti gli ospedali. Perché da noi i primari si occupano delle cure, non degli appalti”.
(LaPresse)