Azione guarda sempre più a destra: Calenda rompe in tutte le Regioni. E in Campania può cambiare schieramento

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Elly Schlein e Carlo Calenda

CASERTA – Azione si avvicina a grandi falcate verso il centrodestra. Il clima politico in vista delle prossime elezioni regionali si fa sempre più teso. A innescare la scintilla è stato il leader di Azione, Carlo Calenda (foto Lp), che ha definito “ributtante” il dibattito sulle Regionali, accusando i partiti di occuparsi solo di “scambi di posti, sussidi insostenibili, negoziati su mandati e candidature” e non delle reali necessità dei territori.

“Tutto ciò – ha scritto – conferma che c’è qualcosa di profondamente malato nel sistema del regionalismo italiano”. Un affondo che ha riacceso le polemiche, soprattutto nei confronti dell’alleanza Pd-M5S, che in regioni chiave come Calabria, Toscana e Campania vede i pentastellati in posizione dominante e i dem in affanno. Il riferimento ai ‘sussidi insostenibili’ è, infatti, all’idea del partito di Giuseppe Conte di introdurre un Reddito di cittadinanza ‘toscano’.

Alle parole di Calenda ha fatto eco Salvatore Ronghi, presidente di “Sud Protagonista”, che ha rilanciato l’attacco: “Il dibattito sulle Regionali è ributtante e il regionalismo è malato. Vale per la Toscana, ma ancora di più per la Campania. I partiti non discutono di programmi ma di questioni irrilevanti. In Campania, ad esempio, il candidato in pectore del centrosinistra, Roberto Fico, propone misure come il reddito di cittadinanza regionale o la chiusura del termovalorizzatore di Acerra, che porterebbero la regione al default. De Luca e Calenda non potrebbero mai condividere simili progetti. Il centrodestra, intanto, deve finalmente presentare un candidato forte e un programma serio per tirare la Campania fuori dal baratro”.

Di segno opposto la replica di Italia Viva, che prova a stemperare i toni e a richiamare Azione alla compattezza del fronte riformista: “Caro Carlo, nessuna polemica da parte nostra. Pensiamo che si debba costruire una casa comune del centrosinistra, perché se stiamo tutti insieme i riformisti saranno più forti. Dall’altra parte c’è la destra sovranista che mette i dazi e blocca Industria 4.0. Ti invitiamo alla Leopolda per lanciare insieme proposte riformiste per il futuro dell’Italia. Dividere, come con il Terzo Polo, sarebbe un’altra occasione persa”. Il centrodestra, qualora dovesse riuscire ad accogliere parte del mondo moderato e deluchiano, può davvero entrare in partita in Campania.

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