ROMA – I nostri bambini soffrono di disturbi del sonno. Rispetto a cento anni fa i bambini nel mondo occidentale dormono in media 2 ore in meno. Tra le cause principali ci sono i ritmi frenetici, l’aumento delle luci artificiali e l’utilizzo sempre più precoce degli strumenti elettronici, che hanno causato una discordanza tra il ritmo sonno-veglia e le esigenze sociali.
La prevenzione
Prevenire si può: al Congresso Sip è stato presentato il Progetto della Sicupp (Società Italiana Cure Primarie Pediatriche) ‘Dormire bene per crescere bene’, per aumentare le conoscenze dei pediatri di famiglia, perché possano fornire ai genitori indicazioni utili. Molto importante è la prevenzione nel primo anno di vita.
Le tre regole per un buon sonno
“Le tre regole d’oro – spiega Emanuela Malorgio, pediatra di famiglia Sicupp – sono: far dormire il bambino sempre nella stessa stanza; rispettare l’orario in cui va a nanna; dai 3-4 mesi di vita (cioè da quando compare la fase di addormentamento) staccarlo dal seno o dal biberon quando si sta per addormentare e metterlo sul lettino”
Insonnia: un bambino su 4 ne soffre
Si calcola che nel mondo industrializzato un bimbo su quattro sotto i 5 anni soffra di disturbi del sonno, mentre dopo i 6 anni e fino all’adolescenza la percentuale si attesta intorno al 10-12%. A questi disturbi sarà dedicato un focus al 74/o Congresso della Società Italiana di Pediatria (Sip). I disturbi più comuni sono: insonnia (20-30%), parasonnie (25%), disturbi del ritmo circadiano (7%), disturbi respiratori del sonno (2-3%).
Le ripercussioni
Una cattiva qualità del sonno può comportare ridotte performance scolastiche e problemi di apprendimento, sonnolenza, disattenzione, obesità, disturbi metabolici, predisposizione al diabete e in adolescenza all’abuso di alcol, cannabis e altre droghe. E perfino alla depressione. Non ultimo, il problema può avere ripercussione su tutto l’ambito familiare, favorendo lo sviluppo della depressione materna e un notevole stress.
Prevenzione nel primo anno di vita
Le conseguenze di un sonno insufficiente o di cattiva qualità “sono molteplici e molto spesso misconosciute – sottolinea Oliviero Bruni, neuropsichiatra infantile – Una cattiva qualità del sonno può comportare ridotte performance scolastiche e problemi di apprendimento (il 28% dei bambini con insufficiente quantità di sonno si addormenta a scuola una volta a settimana), sonnolenza, disattenzione, obesità, disturbi metabolici, predisposizione al diabete e in adolescenza all’abuso di alcol, cannabis e altre droghe, depressione.