AREZZO – Il gup del tribunale di Arezzo, Giampiero Borraccia, ha condannato a 5 anni di reclusione l’ex presidente di Banca Etruria Giuseppe Fornasari e l’ex direttore generale Luca Bronchi nell’ambito del processo, con rito abbreviato.
Gli altri due imputati hanno scelto il rito abbreviato
L’altro ex direttore generale Alfredo Berni e l’ex componente del Cda Rossano Soldini, sono stati condannati rispettivamente a due anni e un anno. Per altri 25 indagati, tutti ex dirigenti e consiglieri, il gup ha deciso per il rinvio a giudizio con rito ordinario.
Ripercorse, dal punto di vista dell’accusa, tutte le attività che avrebbero portato al crac
L’acquisto dello Yacht di Civitavecchia, il prestito Sacci, circa 50 milioni, concesso a una società il cui amministratore Augusto Federici, ora imputato, era anche membro del Cda, l’operazione San Carlo Borromeo, relais di lusso del discusso guru Armando Verdiglione.
Per i legali della difesa, il vertice di Etruria portò a termine solo operazioni con tutti i crismi della regolarità, motivo per cui gli imputati erano da assolvere. In particolare, l’avvocato Antonio D’Avirro, difensore di Fornasari, il presidente di Banca Etruria si era sempre comportato in maniera corretta e il crac sarebbe dipeso dal mutamento dei criteri con i quali Banca d’Italia imponeva gli accantonamenti per i crediti deteriorati.
Fornasari, rendendo una dichiarazione spontanea durante un’udienza del processo, si era difeso asserendo di aver sempre seguito le indicazioni di Banca d’Italia, anche per l’aggregazione con un istituto di elevato standing e che se la fusione con Popolare Vicenza non era andata in porto non era stato per colpa sua. (LaPresse)