Nel 2021 sono state chiuse dalle banche, cioè eliminate dai bilanci, sofferenze per circa 17 miliardi. Il dato, seppure inferiore rispetto agli anni precedenti (25 miliardi nel 2020), è oltre il doppio dei nuovi ingressi in sofferenza (7 miliardi) e, in percentuale delle sofferenze in essere alla fine dell’anno precedente, è superiore al valore del 2020 (42% contro il 38%). E’ quanto emerge nella nuova Nota di stabilità finanziaria e vigilanza diffusa dalla Banca d’Italia relativa al 2021.
Il calo rispetto al 2020 è ascrivibile principalmente alle minori cessioni sul mercato (da 20 a 14 miliardi) e riflette in larga parte la riduzione nel tempo della consistenza di tali crediti nei bilanci delle banche.
Prosegue – sottolinea Banca d’Italia – il miglioramento in atto dal 2015 sul fronte dei tempi di smaltimento, che riflette anche i progressi conseguiti dagli intermediari in termini di gestione maggiormente proattiva delle sofferenze. Per le posizioni entrate in sofferenza nel 2015, l’incidenza del numero di quelle chiuse entro sei anni è stata pari al 94% del totale, il valore più alto registrato nel periodo di rilevazione; particolarmente rilevante è stato l’incremento del numero delle posizioni chiuse entro uno o due anni dall’ingresso a sofferenza, la cui incidenza è salita, rispettivamente, al 61% e al 71%.
Le GACS hanno assistito tutte le principali operazioni di cessione di sofferenze (9,3 miliardi, l’88% delle sofferenze cartolarizzate).Le inadempienze probabili cedute sono state 5,7 miliardi (6,7 miliardi nel 2020).
Rispetto al 2020 il tasso di recupero medio delle posizioni cedute sul mercato è diminuito (dal 33% al 29%); il calo è imputabile principalmente a un numero limitato di operazioni di ingente ammontare aventi a oggetto sofferenze con elevata anzianità e una bassa qualità del sottostante, che sono state effettuate con tassi di recupero inferiori alla media. Per le posizioni in sofferenza chiuse in via ordinaria il tasso di recupero è rimasto sostanzialmente stabile (45%).
Il tasso medio di recupero sulle sofferenze assistite da garanzie reali è diminuito al 38% (40% nel 2020) esclusivamente per effetto della riduzione osservata sulle posizioni cedute (dal 38% al 34%), mentre è aumentato sulle posizioni gestite internamente (dal 48% al 50%). Per le posizioni non assistite da garanzie reali il tasso medio di recupero è stato del 25%, in riduzione rispetto all’anno precedente (26%) sia sulle sofferenze cedute (dal 23% al 22%), sia su quelle oggetto di procedure di recupero ordinarie (dal 38% al 35%).
Il prezzo delle sofferenze cedute nel 2021, ricavato sulla base della rilevazione annuale condotta a partire dal 2016 su un campione molto ampio di operazioni, è stato pari al 20% dell’esposizione lorda di bilancio al momento della cessione, in riduzione rispetto al 24% del 2020. – aggiunge Bankitalia – Il calo, come già evidenziato per il corrispondente tasso di recupero, è riconducibile a un numero limitato di operazioni di importo rilevante che hanno riguardato soprattutto sofferenze assististe da garanzia reale, per le quali il prezzo è sceso al 29% (35% nel 2020). Per le sofferenze non assistite da garanzie reale il prezzo è aumentato all’11% (10% nel 2020).
Il prezzo di cessione dei crediti deteriorati diversi dalle sofferenze è stato pari al 40%, in linea con il valore osservato nel 2020.
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