ROMA – “Sulla questione dei salvataggi bancari, la Germania predica bene e razzola male. Ne stiamo avendo una prova con il recentissimo caso della Nord Lb, la banca della Sassonia che si trovava sull’orlo del dissesto, appena salvata grazie ai 4 miliardi di euro iniettati dai Lander azionisti della Bassa Sassonia e Sassonia Anhalt. E dal fondo delle Sparkassen, composto da banche per lo più a partecipazione pubblica”. Queste le dichiarazioni di Renato Brunetta,esponente di Forza Italia.
La Germania ha beneficiato di aiuti di Stato
“Un vero e proprio salvataggio pubblico che ha evitato ad azionisti, obbligazionisti e correntisti dell’istituto l’applicazione della direttiva bail-in. Dopo che sono state rifiutate vantaggiose offerte private per l’acquisizione dell’istituto, come riporta l’agenzia Reuters e il quotidiano Milano Finanza”.
L’analisi di Brunetta
E ha proseguito: “Il tema è delicato, dal momento che il governo tedesco è stato il più strenuo sostenitore dell’introduzione, nella legislazione comunitaria, della direttiva “bail-in”. Con l’obiettivo di far pagare agli azionisti, obbligazionisti, e correntisti con depositi superiori ai 100mila euro della banca in risoluzione, e non più ai contribuenti, il costo dei salvataggi – sottolinea Brunetta – Non solo”.
Salvataggio delle banche, il modus operandi dei tedeschi
“I parlamentari tedeschi hanno più volte effettuato interrogazioni alla Banca Centrale Europea, al Parlamento Europeo e alla Commissione sul rispetto di queste nuove norme da parte dell’Italia. Sempre accusata di voler arginare gli ostacoli. Ora, Berlino sembra aver tralasciato i bei propositi di salvaguardia del funzionamento del libero mercato e della necessità di evitare costosi salvataggi pubblici. Violando apertamente la normativa europea. Intervenendo con un salvataggio che ha evidentemente tutti i connotati di un aiuto di Stato, contrario alle norme sulla concorrenza e sui salvataggi bancari”, ha concluso.
(LaPresse)