Banche, la Fabi lancia l’allarme: sempre meno credito e più finanza

Una evidente ritirata dal credito e obiettivo puntato sui prodotti finanziari: si allarga vistosamente la forbice tra i due principali ambiti di attività del settore bancario italiano, con le agenzie ormai sempre più simili a negozi finanziari.

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ROMA – Una evidente ritirata dal credito e obiettivo puntato sui prodotti finanziari: si allarga vistosamente la forbice tra i due principali ambiti di attività del settore bancario italiano, con le agenzie ormai sempre più simili a negozi finanziari. L’allarme viene lanciato dalla Fabi alla vigilia del 127° Consiglio nazionale, in programma a Milano da lunedì 13 giugno a mercoledì 15 giugno.

L’anno scorso, sottolinea la Fabi, sul totale di 82 miliardi di euro di ricavi, quelli legati alle commissioni hanno raggiunto il 53,6% (pari a 44 miliardi) del totale, rispetto al 46,4% (pari a 38 miliardi) dei proventi riconducibili ai finanziamenti concessi a imprese e famiglie. Nel 2020, il distacco era stato inferiore a un punto percentuale (50,4% contro 49,6%): 39,5 miliardi contro 38,7 miliardi. Il divario tra commissioni e prestiti è così passato, in soli 12 mesi, da 688 milioni a 5,8 miliardi. In termini percentuali, il distacco è passato da meno di un punto a oltre 8 punti percentuali. Con i big di Internet che sono già entrati, da anni, nel mercato dei pagamenti digitali e, adesso, muovono i primi passi nel campo del credito al consumo, “aggredendo” quote di mercato alle banche, il settore bancario italiano si sta profondamente trasformando e il cambiamento tocca da vicino sia i dipendenti sia la clientela.

La spinta alla vendita di prodotti finanziari e assicurativi, infatti, denuncia la Fabi, “fa crescere le indebite pressioni commerciali esercitate dai vertici dei gruppi sulle lavoratrici e sui lavoratori proprio per incrementare i ricavi legati alle commissioni su prodotti e servizi finanziari e assicurativi”.

Il 2021 ha dunque visto crescere i ricavi del settore bancario italiano, in aumento di oltre 4 miliardi con una crescita del 5,2%: “peccato – fa notare la Fabi – che la chiave di successo del conto economico degli istituti di credito italiani passi sempre di più per il vertiginoso aumento delle commissioni pagate dalla clientela. Il rischio è che, in assenza di interventi, la situazione possa portare a contrapporre due fragilità, da un lato i dipendenti delle banche, dall’altro la clientela”.

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