Banche, Moody’s: “Qualità attivi delle banche italiane nettamente migliorate”

La qualità degli attivi delle banche italiane "è nettamente migliorata" per lo stock di crediti deteriorati che "è diminuito drasticamente negli ultimi due anni e si ridurrà ulteriormente nel 2019".

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PARIGI – La qualità degli attivi delle banche italiane “è nettamente migliorata” per lo stock di crediti deteriorati che “è diminuito drasticamente negli ultimi due anni e si ridurrà ulteriormente nel 2019”. Lo afferma Moody’s in una nota, spiegando che “la riduzione è stata trainata dalle vendite agli investitori istituzionali e da un regime di garanzia statale (le cosiddette ‘Gacs’, ndr) per aiutare le banche a cartolarizzare i crediti inesigibili”. Gli economisti dell’agenzia di rating ritengono che il tasso medio di prestiti problematici delle banche italiane dovrebbe scendere al di sotto dell’8% quest’anno, in calo rispetto al picco del 17% del 2015, attraverso cartolarizzazioni e cessioni.

I dati

“Dal 2016, le banche italiane hanno cartolarizzato prestiti insolventi per 62 miliardi di euro in 21 operazioni, aiutati dallo schema di garanzia del governo noto come Gacs”, afferma Fabio Iannò, vicepresidente del settore crediti di Moody’s. Gli istituti di credito, prosegue Iannò, “hanno anche venduto oltre 70 miliardi di crediti deteriorati direttamente agli investitori”. Le vendite dirette sono state facilitate dall’aumento degli accantonamenti per le perdite sui crediti, che hanno ridotto il divario tra il valore di libro e il valore di mercato degli Npl. Secondo Moody’s il miglioramento complessivo della qualità degli asset del sistema bancario italiano è dovuto principalmente alla riduzione dei crediti problematici negli ultimi due anni da parte delle cinque maggiori banche: Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banco Bpm, Mps e Ubi Banca.

Il cauto ottimismo

Nonostante i miglioramenti, però, gli analisti dell’agenzia avvertono che il rapporto delle banche italiane del 9,3% tra i crediti deteriorati lordi e il totale dei crediti, alla fine del 2018, è rimasto ben al di sopra della media Ue del 3,2%. Nel 2018 e nel 2019, la Bce ha definito nuove disposizioni più sfidanti sugli Npl a bilancio e Moody’s ritiene che “l’approccio più rigoroso del supervisore costringerà le banche italiane a ridurre ulteriormente il proprio stock di crediti problematici nei prossimi anni”.

LaPresse

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