Bankitalia e Consob, Di Maio e Salvini: azzerare i vertici

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – Azzeramento dei vertici di Consob e Bankitalia: è l’imperativo del governo gialloverde. I due vicepremier Di Maio e Salvini ieri erano insieme a Vicenza, all’incontro con chi ha subito danneggiamenti economici dal crac delle Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca.

Un momento di riflessione per per rimarcare l’entità dei rimborsi che questo governo ha previsto per chi ha perso i propri patrimoni nella saga delle due banche popolari, ma anche segnalare che la guerra populista è solo all’inizio.

Duro Di Maio

E ne hanno per tutti, i due vicepremier. Per le istituzioni europee, per Banca d’Italia e per la Consob: “Per Bankitalia serve discontinuità – dice Di Maio. – Non possiamo pensare di confermare le stesse persone che sono state nel direttorio di Bankitalia, se pensiamo a tutto quel che è accaduto in questi anni. Queste persone (riferendosi agli ex soci di Banca Popolare di Vicenza,) sono state prese in giro dalla politica che non ha controllato, così come pure dalle istituzioni di controllo e dalle stesse banche”.

Salvini non le manda a dire

“Siamo qua perché chi doveva controllare non ha controllato. La Banca d’Italia e Consob andrebbero azzerati. E si offendono se cambiamo uno o due tizi… Vanno azzerati. Dov’erano questi signori mentre questi mangiavano?”.

Pesco: qualcosa non ha funzionato

“I fatti bancari degli ultimi anni – dice il presidente della commissione Bilancio del Senato, Daniele Pesco, M5S – con tutto quel corollario di opacità e inefficienze ancora oggi davanti ai nostri occhi, dimostrano plasticamente che qualcosa non ha funzionato anche nel settore della vigilanza. Non si tratta di chiamare in causa Bankitalia tanto per puntare l’indice su qualcuno, ma di aprire una riflessione approfondita su come la stessa Banca centrale possa in futuro essere più efficace”.

Paragone: no all’arbitrato

Quanto a Consob, sostiene il grillino Gianluigi Paragone “non bisogna assolutamente affidargli un arbitrato. L’Europa ce lo può chiedere fino alla nausea, ma noi dobbiamo dire no. La commissione d’inchiesta non può che fare domande alla Consob, per capire se ci sono responsabilità o omesso controllo. Quindi dare la possibilità alla Consob di dire dove va il risarcimento, non può essere accettato. Non si può tornare indietro di un millimetro”.

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