ROMA – Fabio Panetta nuovo direttore generale di Bankitalia, Luigi Signorini confermato nel direttorio dove entrano l’ex ragioniere dello Stato Daniele Franco e Alessandra Perrazzelli, ex country manager di Barclays Italia e vicepresidente esecutivo e presidente del comitato di remunerazione e nomine di A2A SpA. È su quest’ultimo nome che si sono concentrate nelle ultime settimane le incertezze del governo che nel Consiglio dei ministri di stasera ha dato il via libera ai nomi indicati da palazzo Koch lo scorso 28 marzo. Con delle “riserve” che la Lega fa trapelare al termine della riunione, annunciando la volontà di presentare nei prossimi giorni una proposta di riforma di Bankitalia. È stato l’addio dell’attuale Dg Salvatore Rossi, la cui nomina è in scadenza il 9 maggio, a sbloccare l’impasse delle nomine che si trascinava da gennaio, da quando cioè in coincidenza con lo scadere dell’incarico del vicedirettore generale Luigi Signorini i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini avevano tuonato contro i vertici di via Nazionale chiedendo “discontinuità” rispetto al direttorio in carica ai tempi delle crisi bancarie che hanno coinvolto i risparmiatori.
Gli addii eccellenti
Discontinuità che si è tradotta nell’addio di Rossi appunto e di Valeria Sannucci, mentre Signorini viene riconfermato e Panetta promosso da vice a Dg. Arriva – o meglio ritorna – direttamente da via XX Settembre Daniele Franco, dal 2013 Ragioniere generale dello Stato. Proprio Franco era stato nei mesi scorsi del mirino dei M5s, che ora vedono di buon occhio il suo trasloco che di fatto libera anche una casella fondamentale a via XX Settembre.
Nella riunione di ieri sera è stato dato il via libera anche ad alcune nomine di prefetti, in primis quella di Gerarda Pantalone che arriva a Roma, lasciando il ruolo di capo del Dipartimento immigrazione del Viminale, in cui Salvini l’ha fortemente apprezzata.
In un clima definito “cordiale e costruttivo” è stato affrontato anche il tema delle Autonomie su cui, spiegano dal Carroccio, si è registrato un “passo avanti” che lo porterà dritto sul tavolo del prossimo Consiglio dei ministri.
L’affare Siri
Ancora da definire invece l’affare Siri, dopo l’incontro avuto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte con il sottosegretario del Carroccio indagato per corruzione. Le posizioni di Lega, M5S e dello stesso esponente politico sono note, ma nessuna decisione è stata ancora presa dal premier che ha avocato a sé anche questo dossier.
(LaPresse/Antonella Scutiero)