ROMA – Il rischio è che lo strutturale ritardo del Mezzogiorno possa avere effetti di freno anche sulla crescita complessiva del Paese, in un momento particolarmente complesso. Un ritardo che, malgrado gli sforzi, va allargandosi con il crescere della crisi economica e sociale e che un uso oculato delle risorse del Pnrr potrebbe in qualche modo mitigare. A lanciare l’ennesimo allarme sul crescente divario Nord-Sud del Paese è un rapporto presentato oggi da Bankitalia alla presenza del governatore Visco che è tornato a rilanciare gli elementi di crisi di quella, ricorda Visco, “che è ormai nota come ‘questione meridionale'”.
“Nel decennio che ha preceduto la pandemia – ha ricordato Visco – il peso economico del Mezzogiorno si è ulteriormente ridotto. Il divario con il Centro Nord in termini di tassi di occupazione e di prodotto pro capite è tornato ad ampliarsi; i livelli di produttività sono rimasti ampiamente inferiori a quelli del resto del Paese”. Per uscirne una chiave da utilizzare potrà essere il Pnrr. Dice Visco: “Il Pnrr e i fondi resi disponibili da altri programmi europei e dal bilancio pubblico nazionale mettono in campo risorse ingenti per il prossimo decennio e le riforme che il Piano delinea potranno apportare alle regioni meridionali benefici maggiori, in quanto sono in esse più ampi i ritardi da colmare. Per mettere pienamente a frutto le ingenti risorse disponibili sarà tuttavia necessario un impegno duraturo volto anche a migliorare la gestione ordinaria delle risorse pubbliche e delle amministrazioni, seguendo le linee di intervento che il Piano correttamente individua. Non si potrà prescindere da un riscontro accurato e continuo dei risultati conseguiti e, se necessario, si dovrà intervenire con decisione, anche a livello centrale, per correggere ritardi e inadempienze”.
Ad aggiungere incertezza ci sono però le ricadute della guerra in Ucraina con le sue ombre sui futuri equilibri anche territoriali. Ma Visco prova ad essere ottimista e avverte: “Se sapremo ben impiegare le risorse a disposizione e perseverare nei programmi di riforma, non c’è motivo di ritenere che non si possano interrompere le tendenze negative del passato per riportare il Mezzogiorno e l’intera economia nazionale su un sentiero di sviluppo sostenuto”. E a sostenere il Pnrr è anche il ministro per il Sud Mara Carfagna che “non rappresenta la bacchetta magica ma va difeso”. E avverte: “La campagna elettorale non dovrà mettere in discussione gli impegni presi con l’Europa”.
Un ruolo di rilievo per il rilancio del Sud, secondo i ricercatori di Via Nazionale, lo dovrà comunque assumere la mano pubblica. Si legge nel rapporto. “Il quadro dell’economia del Mezzogiorno, complessivamente negativo, richiama l’importanza dell’azione pubblica nello stimolare, e prima ancora nel non ostacolare, lo sviluppo economico di una parte così ampia del Paese, che sta registrando un progressivo allontanamento delle proprie condizioni di benessere rispetto a quelle del Centro-Nord”.
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