ROMA – Sul tema delle circoncisioni in casa che di recente hanno provocato la morte di due bimbi il sottosegretario alla Salute, Armando Bartolazzi sottolinea: “Stiamo lavorando per evitare altre morti di innocenti“.
“In questi giorni la cronaca ci riporta l’urgenza di trovare una soluzione condivisa e sostenibile – prosegue – per far sì che chiunque avanzi la richiesta di poter effettuare una circoncisione ‘preventiva’, ossia su soggetti sani, possa farlo in sicurezza nelle strutture sanitarie al costo del ticket, in base al reddito, senza aggravi per il Servizio sanitario nazionale.
Come ha dichiarato opportunamente il ministro della Salute, Giulia Grillo, nessuna vita dovrà più essere spezzata per interventi eseguiti in modo inappropriato, clandestino, nella totale assenza di regole. Stiamo lavorando a un provvedimento per consentire ai cittadini di effettuare la circoncisione in completa sicurezza, attivando insieme alle Regioni le modalità più appropriate per intercettare una richiesta di intervento che negli ultimi anni è diventata significativa“. Bartolazzi, oggi ha incontrato Foad Aodi, fondatore e presidente dell’Associazione nazionale medici di origine straniera in Italia (Amsi) e consigliere Omceo di Roma.
Concordato l’avvio di un tavolo tecnico su sanità e immigrazione
“È prioritario ricondurre in ambito sanitario una pratica che se fatta da “santoni” senza scrupoli non potrà che portare altre disgrazie. L’intervento – chiarisce il sottosegretario – deve poter essere fatto da chiunque ne faccia richiesta in day surgery, nelle strutture del nostro Ssn, a prescindere dalle implicazioni di carattere religioso. Non possiamo più permettere che ci siano altri bambini sacrificati e occorre individuare rapidamente una modalità per facilitare questo percorso. La nostra priorità è tutelare il diritto alla salute di tutti“.
Ogni anno si effettuano 11mila circoncisioni su bambini di origine straniera residenti in Italia, di cui 5mila nel nostro Paese e di queste il 35% in modo clandestino, in totale assenza di regole, e 6mila le effettuano tornando nei paesi di origine, secondo statistiche Amsi.
“Ringrazio il ministro Grillo e il sottosegretario Bartolazzi per la sensibilità dimostrata non solo in questa occasione – dichiara Aodi – e grazie anche al viceministro agli Esteri, Emanuela Del Re, e al presidente Fnomceo, Filippo Anelli, che stanno supportando questo nostro impegno in un “gioco di squadra” che consentirà certamente di arrivare presto a una soluzione condivisa per tutelare il diritto alla salute dei più indifesi di noi. Perché dobbiamo ricordare che la richiesta di circoncisione riguarda bambini molto piccoli, spesso sotto l’anno di vita.
Facilitare l’accesso alla circoncisione non solo eviterà altre morti assolutamente inaccettabili, ma può aiutare il dialogo tra le comunità straniere e quella italiana. Il mio appello a tutti i cittadini di origine straniera e, in particolare a quelli arabo-musulmani, è di rivolgersi al Servizio sanitario nazionale. Tutti devono rispettare le leggi dei paesi di accoglienza perché la cittadinanza comincia dall’osservanza dei doveri per poter pienamente godere dei diritti“.
(LaPresse)