BOSTON – Per la quarta volta in otto anni i Golden State Warriors conquistano il titolo di campioni NBA, grazie al successo per 103-90 nella sesta gara contro i Boston Celtics.
I Warriors espugnano nuovamente il TD Garden e vincono il massimo alloro della pallacanestro statunitense con un punteggio di 4-2 nella serie.
Stavolta l’arena bostoniana non è completamente tinta di verde e bianco, i colori dei Celtics: decine di tifosi della squadra di Golden State in maglia gialla, accorsi a Boston per festeggiare una possibile vittoria, si fanno sentire ad ogni prodezza di Curry e compagni.
Una gara non molto avvincente: dopo un inizio abbastanza esplosivo, la squadra di casa non riesce a rimanere in partita e sbaglia tantissimo in attacco.
A metà match i Celtics hanno già 15 punti di svantaggio. I Warriors mettono a segno 21 punti consecutivi nella prima metà, mai successo nelle finali negli ultimi 50 anni.
Per la prima volta nella sua carriera, Steph Curry vince l’MVP delle finali, che nel 2015 era andato ad Andre Igoudala e nel 2017-18 a Kevin Durant.
Che cosa vuol dire per Curry aver conquistato il titolo di miglior giocatore delle finali? È la prima domanda in conferenza stampa, ma lui si ribella. “Perché iniziare con questa domanda?” chiede la stella di Golden State. “Abbiamo vinto quattro titoli. Dio è grande, ci ha dato la possibilità di essere su questo palcoscenico e giocare con compagni incredibili contro una grande squadra, i Boston Celtics, che ci ha fatto dare del nostro meglio per arrivare al traguardo,” ha aggiunto Curry, che in queste finali ha realizzato 31 triple. “Questa vittoria ha sicuramente un sapore diverso, considerando gli ultimi tre anni, gli infortuni, il cambio di guardia nella rotazione, l’arrivo di Wiggins, i giovani che ci hanno aiutato a credere che avevamo la possibilità di tornare qui e vincere. Anche se non era molto credibile per nessuno quando lo dicevamo. Tutte queste cose contano. Ed ora abbiamo quattro titoli NBA. Io, Dray (Green), Klay (Thompson)e Andre (Igoudala), finalmente abbiamo ottenuto questo “bad boy”. È speciale. Tutto l’allenamento che abbiamo fatto, la fiducia, la determinazione. E tutti i ragazzi nello spogliatoio che ora possono spruzzarsi champagne, tutti sono stati fondamentali. Sono orgoglioso di questo gruppo”.
Curry chiude la partita con 34 punti. Grande sforzo di squadra per i Warriors. Dodici punti per Klay Thompson e Draymond Green, 15 per il giovane Jordan Poole.
Incredibile Andrew Wiggins con 18 Punti, sei rimbalzi, cinque assist, quattro palle rubate e tre blocchi. Cifre che non si vedevano dai tempi d’oro di LeBron James in finale (2016).
Non brilla la stella dei Celtics Jayson Tatum.
(LaPresse)