GRAZZANISE – I recenti pentimenti e le scarcerazioni eccellenti hanno riportato la Direzione distrettuale antimafia di Napoli a monitorare con più intensità il Basso Volturno. Da un lato ci sono le indagini in corso (sui business illeciti rivelati dai collaboratori di giustizia), dall’altro l’esigenza di evitare che gli storici affiliati al clan, di nuovo sul territorio, possano riorganizzarsi. Chiariamo: non sono tornati i tempi in cui le strade erano pattugliate giorno e notte dagli investigatori (c’è chi sostiene anche da agenti dei servizi segreti) perché c’era la convinzione, rivelatasi poi corretta, che il capoclan Michele Zagaria Capastorta godesse di solidi appoggi in paese (ci riferiamo al periodo che va dal 2008 al 2011). Ma l’attenzione data ora alla zona è sicuramente più alta rispetto a quella della scorsa primavera. Da luglio è tornato in libertà Antonio Mezzero, elemento di spicco del clan dei Casalesi, schiavoniano ma ben voluto anche da Capastorta. E’ ormai da qualche anno che ha rimesso piede a Grazzanise pure Giovanni Izzo, personaggio con alle spalle forti relazioni con la cosca mafiosa. Passeggia per le vie della vicina S. Maria La Fossa, invece, Davide Grasso, altro elemento che per la Procura partenopea ha avuto intense frequentazioni con la criminalità organizzata. E a completare il quadro c’è Nicola Del Villano, uomo di fiducia di Michele Zagaria, che vive adesso a Cancello Arnone. A rendere il potenziale criminale del Basso Volturno ulteriormente più denso c’è la futura scarcerazione dell’ex capozona Alfonso Cacciapuoti (dovrebbe avvenire nel 2023). La speranza è che tutti abbiano cambiato vita. Ma, purtroppo, è più forte (e forse più fondato) il timore che possano riorganizzarsi e tentare di condizionare il territorio come hanno fatto già per troppi anni (prima di finire in carcere).
Basso Volturno nel mirino dell’Antimafia
Scarcerazioni eccellenti e nuove indagini: torna alta l’attenzione degli inquirenti sul territorio