MILANO – La probabile fine della pandemia all’orizzonte spinge la Bce a mosse decisive. Il Consiglio direttivo di Francoforte che si riunirà giovedì, in particolare, dovrà prendere una decisione – o perlomeno iniziare a discutere – di quando scalare una marcia nel sostegno dato all’economia in risposta alla crisi di Covid-19.
Gli analisti ritengono che l’istituzione guidata da Christine Lagarde indichi un nuovo ritmo, decelerato, di acquisti settimanali effettuati in ambito Pepp, il cosiddetto Qe ‘pandemico’. Non c’è dubbio, per il momento, sul fatto che la Bce andrà avanti con il proprio programma di acquisti almeno fino a marzo 2022. Ma il ritmo dovrebbe appunto scendere.
“Ci aspettiamo che la Bce annunci una riduzione del volume degli acquisti nell’ambito del Pepp e un ritorno agli acquisti al ritmo precedente, prima dell’accelerazione annunciata a marzo”, spiega Franck Dixmier, Global cio Fixed Income di Allianz Global Investors. La banca centrale europea “dovrebbe chiarire il nuovo quadro di politica monetaria annunciato a luglio, compresa la sua guida anticipata sui rialzi dei tassi – che non è stata sostenuta all’unanimità – e gli strumenti da implementare per raggiungere il suo obiettivo di inflazione”.
In sostanza secondo Dixmier la riunione della Bce sarà caratterizzata “dal risveglio dei cosiddetti ‘falchi'” ovvero coloro che all’interno del Consiglio detengono posizioni meno accomodanti. “Con l’intensificarsi dei dibattiti del Consiglio direttivo, i mercati potrebbero diventare più volatili”, avverte però l’analista.
Dello stesso avviso Annalisa Piazza, Fixed-Income Research Analyst di Mfs Im. Secondo l’esperta per quanto riguarda il futuro del Pepp, la Bce dovrebbe annunciare “qualche lieve aggiustamento per il quarto trimestre (60-65 miliardi di euro dagli attuali 80 miliardi di euro)”. Lagarde “vorrà mantenere un orientamento ‘dovish'”, ovvero colomba, “sottolineando che tale adeguamento non rappresenti una forma di tapering ma semplicemente un riallineamento agli sviluppi economici e alle recenti tendenze delle condizioni di finanziamento (estremamente accomodanti)”, prosegue l’analista.
Per ora, “sospettiamo che la Bce (come altre banche centrali, tra cui la Fed) preferisca mantenere una posizione estremamente accomodante per quanto riguarda il percorso di possibili rialzi dei tassi. Ulteriori discussioni sul futuro del Qe (cioè quanta flessibilità sarà data al programma App) sono attese più avanti”, conclude l’esperta.
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