MILANO – “Una rottura del rapporto tra rendimenti sovrani e fondamentali, con la frammentazione dei mercati obbligazionari lungo i confini nazionali, potrebbe portare a eccessive divergenze nelle condizioni di finanziamento nell’area dell’euro che, se non controllate, potrebbero comportare deterioramenti persistenti del meccanismo di trasmissione”. Lo si legge nelle minute dell’ultima riunione di politica monetaria della Bce dello scorso 20-21 luglio a Francoforte.
“Episodi di divergenze acute e ingiustificate nelle condizioni di finanziamento tra i paesi potrebbero verificarsi in risposta a un’ampia gamma di shock diversi e a fronte di un’inflazione troppo bassa o troppo alta”, proseguono i verbali.
Come sottolineato dal capo-economista della Bce Philip Lane, “la normalizzazione in corso dell’orientamento di politica monetaria della BCE potrebbe innescare la frammentazione dei mercati obbligazionari, con conseguenze negative per tutti i paesi dell’area dell’euro”.
La volatilità e gli spostamenti al rialzo della curva dei rendimenti privi di rischio “hanno fatto sì che il rischio di duration per gli investitori privati sia aumentato, il che ha messo alla prova la loro capacità di detenere diversi tipi di rischio e di esercitare pressioni al rialzo sugli spread sovrani nelle giurisdizioni vulnerabili”, si legge nei verbali.
“Ciò potrebbe portare a un inasprimento delle condizioni di finanziamento in questi paesi, forse al di là di quanto era appropriato per far fronte all’inflazione eccessiva. Una distorsione simmetrica nella direzione opposta potrebbe emergere nei paesi meno vulnerabili, dove gli afflussi di capitali provenienti dai paesi vulnerabili potrebbero comprimere i rendimenti al di sotto dei livelli necessari per stabilizzare l’inflazione sul target nel medio termine”, si continua a leggere nelle minute.
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