MILANO – La Bce si unisce al plauso arrivato dall’Europa all’Italia con la formazione del nuovo governo giallorosso, che secondo istituzioni e mercati dovrebbe garantire maggiore stabilità. Nel suo Bollettino economico la Banca centrale scrive che gli spread dei titoli di Stato dell’eurozona “sono rimasti ampiamente stabili” durante l’estate, con l’eccezione dell’Italia “dove i differenziali di rendimento a dieci anni sono scesi di 1,1 punti percentuali”. L’Eurotower precisa, in particolare, che il calo dello spread è avvenuto “in seguito alle attese e alla successiva formazione di un nuovo governo”. Insomma, Francoforte ricorda che con il governo gialloverde in carica, dall’inizio di giugno scorso, il tasso di interesse sul Btp decennale era 110 punti più alto rispetto agli attuali livelli del Conte bis, intorno a 140 punti base. E questo si traduce in costi inferiori per il debito pubblico.
I dati
Nel Bollettino economico, che porta ancora la firma di Mario Draghi, in carica fino al 31 ottobre, quando lascerà la presidenza alla francese Christine Lagarde, si insiste sul rallentamento della crescita dell’eurozona. Gli ultimi dati “indicano una più protratta debolezza dell’economia nell’area dell’euro, la persistenza di pronunciati rischi al ribasso e pressioni inflazionistiche contenute”. In particolare, i rischi principali sono determinati dalla guerra commerciale tra Usa e Cina e dalla Brexit. Per questo la Bce chiede di rilanciare la ripresa a chi ha i conti a posto e può sfuttare i tassi ai minimi per investire. Ovvero, alla Germania. Nell’eurozona, afferma il Bollettino, “alla luce dell’indebolimento” della crescita e di “rischi al ribasso ancora pronunciati, i governi che dispongono di margini per interventi di bilancio dovrebbero agire in maniera efficace e tempestiva”. I paesi come l’Italia con un “elevato” debito, al contrario, e meglio che attuino “politiche prudenti”.
Le pressioni
Oltre allo stesso Draghi, nelle scorse settimane anche l’Eurogruppo ha avviato un pressing su Berlino perché acceleri gli investimenti. Ieri perfino la Confindustria tedesca, la Bdi, ha chiesto al proprio governo di derogare momentaneamente alla regola del pareggio di bilancio per spingere la crescita e scongiurare l’ipotesi recessione. Tuttavia in Germania i falchi del rigore dei conti sono ancora forti. In polemica con la politica accomodante di Draghi, l’esponente del consiglio direttivo della Bce, Sabine Lautenschlaeger, ha rassegnato ieri le dimissioni, che saranno effettive dal prossimo 31 ottobre. A quanto pare l’economista tedesca, 55 anni, non gradiva il fatto che Lagarde abbia mandato segnali che lasciano intendere una politica monetaria nel solco del banchiere italiano uscente. Oggi, nel Bollettino, la Bce spiega che “intende fornire un considerevole stimolo monetario” e che intende farlo “per un prolungato periodo di tempo” per far risalire la bassa inflazione.
di Lorenzo Allegrini