Bellanova: “Regolarizziamo i migranti. Sono braccianti e colf”

La ministra delle Politiche agricole sottolinea: “Non è una battaglia strumentale. Non sono qui per fare tappezzeria”

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse In foto Teresa Bellanova

ROMA“Tra le persone c’è diffidenza perché per anni si è fatta passare l’idea che i diversi sono i nemici e che gli immigrati vengono qui a toglierci il lavoro”. Così la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova (Iv), questa mattina a Radio Anch’io, la quale lancia la proposta che spinge per regolarizzare i migranti al fine di garantire i diritti delle persone. Ma anche per esigenze di sicurezza sanitaria.

Regolarizzare i migranti

“Questi lavoratori sono fondamentali per portare avanti alcune attività, e non solo in agricoltura dove rischiamo uno spreco enorme per la mancata raccolta. Altrimenti qualcuno si dovrà assumere la responsabilità di far marcire i prodotti nei campi” – spiega Bellanova riferendosi anche a colf e badanti “che si occupano dei nostri affetti, degli anziani” – sottolinea – in tutto circa 600.000 persone. “Quella sulla regolarizzazione – aggiunge la ministra – non è una battaglia strumentale per il consenso. Non sono qui per fare tappezzeria. Queste persone non votano. Se non passa, sarà un motivo di riflessione sulla mia permanenza al Governo”.

Alla ricerca di un difficile compromesso

Intanto la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese prova a trovare un compromesso per uno dei nodi al centro della trattativa della maggioranza. “C’è condivisione sul tema dell’emersione del lavoro nero. Diamo la possibilità a cittadini italiani e stranieri di farlo emergere, per garantire diritti ma anche per motivi di sicurezza sanitaria che in questo momento sono necessarie. Lavoriamo per questo” – spiega a Radio Anch’io.

L’ipotesi

“Puntiamo a dare la possibilità di un permesso di soggiorno temporaneo alle aziende e alle famiglie che hanno lavoratori in nero o una badante in nero, e che volevano regolarizzarli ma non potevano perché queste persone non hanno la cittadinanza” – conclude Bellanova – Questo perché “in un paese dove sta prendendo piede l’idea della decrescita felice, noi a queste persone diciamo che il permesso di soggiorno può essere rinnovato se lavorano e danno un contributo al nostro paese”. 

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