MILANO – In attesa del consiglio di amministrazione straordinario convocato per lunedì, in cui si valuteranno “ulteriori iniziative a tutela della società”, Edizione, la holding dei Benetton, smentisce ogni indiscrezioni di stampa. Secondo cui vorrebbe procedere con uno spin off o con la vendita di quote parziali o totali di Autostrade per l’Italia.
L’Aspi lancia l’operazione trasparenza
Nel frattempo, la stessa Aspi lancia ‘l’operazione trasparenza’. Finita di nuovo nel mirino della Procura di Genova – e del M5S – per presunti report falsi sulle condizioni dei viadotti che hanno portato ad arresti e interdizioni di dirigenti e tecnici interni e di Spea Engineering, facente parte dello stesso gruppo, la società “ha deciso di adottare un principio di ‘trasparenza totale’ dei propri atti. Ogni documento aziendale riguardante la gestione dell’infrastruttura di rete – inclusi quelli relativi alle attività di progettazione, manutenzione, monitoraggio – potrà essere consultato e consegnato ai cittadini che ne faranno richiesta”.
Verranno attivati due ‘sportelli’, uno digitale sul proprio sito web e uno fisico nella sede centrale romana di via Bergamini. Questo dopo aver pubblicato online la mappatura degli interventi di manutenzione su ponti e viadotti. Oltre al dettaglio sul Pecetti e il Paolillo, i due viadotti della A26 nel nodo di Genova e della A16 in Puglia. Su cui è scattato il nuovo filone di indagine dopo la caduta del Morandi.
Manutenzioni in corso
Secondo Aspi sono attualmente in corso le manutenzioni su 73 viadotti; sono 64 le opere che richiedono interventi entro 5 anni, 253 a medio lungo-termine, 705 a lungo termine, 848 le opere per cui non sono necessari. Con l’impegno di “accelerare tutti i programmi di intervento”. La controllata del gruppo Atlantia si spinge anche oltre, e di fronte alle accuse di aver cercato di risparmiare replica “di aver sempre speso più degli impegni inseriti nel piano finanziario. Il consuntivo di spesa in manutenzione nel periodo 2000-2018 è infatti di 5,430 miliardi di euro. Pari a circa 196 milioni di euro in più rispetto agli impegni di spesa previsti in convenzione”.
Non solo. Aspi rivendica che la spesa in manutenzione per chilometro di infrastruttura è di circa 108mila euro all’anno (periodo 2013-2017), “pari a 5 volte di più rispetto alla spesa effettuata da Anas sulla propria rete (19mila euro all’anno tra il 2013 e il 2016) e 3 volte superiore alle concessionarie francesi e spagnole comparabili”. Una frecciata che la società del gruppo Fs – altro big al tavolo del salvataggio di Alitalia con Atlantia, oltre all’americana Delta e al Tesoro – respinge al mittente.
La linea dell’Anas
Anas rimarca che sulla propria rete autostradale non a pedaggio, comprensiva di raccordi autostradali, per 1.300 km totali, spende in manutenzione mediamente, esclusa sorveglianza e info mobilità, oltre 98.000 euro a km/anno. E sulla sola A2 ‘Autostrada del Mediterraneo’ la spesa raggiunge oltre 128mila euro a km/anno. La rete comprende poi 28.700 km di strade statali, da quelle ad alta percorrenza a quelle di montagna. “È evidente, quindi, che il valore medio di spesa per manutenzione sull’intera rete Anas non è comparabile con quello autostradale, riferito ad arterie con geometrie, numeri di corsie e volumi di traffico ben maggiori”, rimarca la società. Mentre su tipologie di strade simili si parla di “importi analoghi rispetto ai concessionari autostradali a pedaggio”.
(LaPresse/di Silvia Caprioglio)