ROMA (Loredana Lerose) – Il leader di Fi Silvio Berlusconi minaccia di rompere con il numero uno della Lega Matteo Salvini e si ripropone come premier per un governo di centrodestra. Cosa possibile solo se il leghista deciderà di rompere con il M5S e Luigi Di Maio. E’ in momenti come questo che c’è da chiedersi se Berlusconi ha cattivi consiglieri, se è semplicemente un cattivo maestro o entrambe le cose.
Un occhio ai sondaggi
Stando agli ultimi sondaggi di Euromedia la Lega, con Salvini premier poiché la domanda è stata ‘se si votasse oggi, è in crescita, si attesterebbe intorno al 22% con una crescita nel gradimento del 5%, invece Fi risulta stabile nonostante la riabilitazione del cavaliere. Si può dedurre che l’entusiasmo dei berlusconiani corrisponde all’indifferenza dei cittadini rispetto al ritorno in campo di Berlusconi?
Il cavaliere ‘cattivo maestro’
Berlusconi, prima di Salvini, nel 2013 decise di ‘tradire’ la coalizione di centrodestra accettando di scendere a patti con il Pd fino a dare vita, insieme all’ex premier Matteo Renzi, al patto del Nazareno. Oggi, rimasto fuori dai giochi, chiede a Salvini di chiudere ogni contatto con Di Maio e puntare ad un governo di centrodestra. Ma chi sarebbe il premier? Ovviamente Berlusconi, o almeno questo è il suo desiderio.
I cattivi consiglieri di Berlusconi
La schiera di fedelissimi nuoce gravemente al numero uno di Fi. Piuttosto che tenerlo con i piedi ben piantati a terra, gli azzurri inducono Berlusconi a fare ipotesi o avanzare pretese poco consone alla realtà. Per portare a casa l’accordo con i 5 Stelle e Di Maio, Salvini ha fatto un passo di lato rispetto all’intenzione di guidare il Paese e diventare premier, se il prossimo governo fosse di centrodestra palazzo Chigi gli spetterebbe di diritto. L’accordo interno al centrodestra prevedeva che a diventare premier fosse il leader della coalizione più votato. Piaccia o meno, Salvini ha battuto Berlusconi.
Il futuro del centrodestra
Se Salvini mantiene la parola data al M5S, Berlusconi e berlusconiani dovranno decidere se ingoiare il rospo o no. Nella loro stessa posizione i leghisti, durante la scorsa legislatura, non interruppero i rapporti con il cavaliere nonostante questo appoggiasse Renzi mentre loro no. Lo stesso è valso per Giorgia Meloni leader di Fdi.