Bimbo morto nel pozzo, parla lo zio di Julen: poteva succedere anche a mia figlia

L'uomo è il proprietario del terreno in cui c'è la cavità incriminata, ma non verrà iscritto nel registro degli indagati: non avrebbe potuto prevedere una tragedia del genere

Nel riquadro Julen insieme al papà

MALAGA – A poco meno di due settimane dal ritrovamento del corpo senza vita di Julen, il bimbo caduto in un pozzo a Malaga, lo zio, proprietario del terreno dove è accaduta la tragedia, ha parlato in conferenza stampa, raccontando il suo dolore. “Non faccio altro che pensare a quanto è accaduto – ha detto David Serrano, parente del bambino – poteva capitare anche mia figlia. Mai avrei immaginato che un dramma del genere”.

Dramma in famiglia

David Serrano è il proprietario del terreno in cui c’è il pozzo incriminato. Domenica 13 gennaio invitò la famiglia a pranzo. L’uomo era a conoscenza dell’esistenza della cavità, “Ma non pensavo potesse scivolarci dentro un bambino. Infatti avevo preso delle precauzioni con due blocchi di calcestruzzo per evitare che qualcuno potesse farsi male alle caviglie. Quando mi sono accorto che Julen era caduto nel pozzo, mi è crollato il mondo addosso”.

Un dolore ancora molto forte

In un primo momento si pensava che lo zio del bimbo trovato morto dopo 13 giorni di ricerche, potesse essere iscritto nel registro degli indagati. Pare che non sarà così. L’uomo non poteva prevedere una tragedia simile. Discorso, diverso, invece, per chi ha scavato il pozzo senza segnalare la sua presenza e la sua profondità. La Spagna è ancora scossa per l’accaduto. Il caso di Julen è stato seguito in tutto il mondo. Il bambino è caduto nella cavità il 13 gennaio. Il suo corpo è stato riportato alla luce il 26 gennaio. Pare, però, che il piccolo sia morto il giorno stesso della caduta. Almeno è questo che si evince dai risultati dell’autopsia.

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