Birmania, nuove sanzioni ai vertici delle forze armate

Il Consiglio dell'Ue ha adottato conclusioni sulla situazione in Birmania

Photo by Phyo Hein KYAW / AFP

MILANO (LaPresse) – Birmania, nuove sanzioni ai vertici delle forze armate. Il Consiglio dell’Ue ha adottato conclusioni sulla situazione in Birmania. Esprimendo profonda preoccupazione per i risultati della missione internazionale indipendente di accertamento dei fatti del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni unite. Secondo cui sono state commesse gravi violazioni dei diritti umani negli Stati Kachin, Rakhine e Shan, in particolare ad opera delle forze armate. L’Unione europea, si legge in una nota, ha chiesto ripetutamente che i responsabili di tali reati rispondano dei loro atti. Il Consiglio sottolinea che dovrebbe essere creato un meccanismo indipendente. Per procedere a ulteriori indagini. E istruire procedimenti penali indipendenti ed equi. Nel pieno riconoscimento della competenza giurisdizionale della Corte penale internazionale.

Il Consiglio “intende adottare ulteriori misure restrittive nei confronti di alti ufficiali delle forze armate e della polizia di frontiera responsabili di violazioni dei diritti umani e ha assunto l’impegno di riesaminare costantemente l’elenco delle misure restrittive”, afferma la nota. Ricordando le sue conclusioni del 26 febbraio 2018, il Consiglio ribadisce l’invito rivolto al governo della Birmania ad adottare senza ulteriore indugio provvedimenti significativi e a realizzare progressi per affrontare le questioni del principio di responsabilità e dell’accesso dell’Onu e delle agenzie umanitarie agli Stati del Kachin, di Rakhine e dello Shan, nonché a creare le condizioni per un ritorno volontario, sicuro e dignitoso degli sfollati nei loro luoghi d’origine.

Il Consiglio “si compiace inoltre della cooperazione estesa, fino ad oggi, all’inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni unite e riafferma il suo fermo e costante impegno a sostegno della transizione democratica, del processo di pace e di riconciliazione nazionale nonché dello sviluppo socioeconomico inclusivo nel Myanmar/Birmania”.

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