Bolivia, la Spagna espelle tre diplomatici boliviani

Il governo spagnolo ha dichiarato tre diplomatici boliviani "personae non gratae"

Oscar Del Pozo / AFP in foto Pedro Sanchez

MADRID – Il governo spagnolo ha dichiarato tre diplomatici boliviani “personae non gratae”. Dopo che la presidente ad interim della Bolivia, Jeanine Anez, ha annunciato che il suo Paese avrebbe espulso l’ambasciatore del Messico e due diplomatiche spagnole. Con l’accusa di aver tentato di esfiltrare dal Paese l’ex braccio destro di Evo Morales, costretto a dimettersi dalla presidenza e fuggito in esilio all’estero.

Il governo del premier Pedro Sanchez ha annunciato che i tre diplomatici avranno 72 ore per lasciare il Paese. Oltre a negare il tentativo di esfiltrazione. Secondo il governo boliviano, “persone identificate come funzionari dell’ambasciata di Spagna in Bolivia, accompagnate da uomini con il volto coperto”, “hanno tentato di entrare nell’ambasciata messicana a La Paz”. Dove sono rifugiate varie persone ricercate dalla giustizia a seguito delle dimissioni di Morales, tentando di forzare una barriera della polizia boliviana.

Il fatto è avvenuto nel corso della visita dell’incaricata d’affari spagnola, Cristina Borreguero, e dell’ambasciatrice messicana, Maria Teresa Mercado. Tra quanti sono rifugiati nell’ambasciata sono l’ex ministro alla Presidenza Juan Ramon Quintana e l’ex ministra alla Cultura Wilma Alanoca. Che, come Morales, sono ricercati per “sedizione” e “terrorismo”.

Le due persone dichiarate personae non gratae dalla Bolivia sono l’ambasciatrice messicana in Bolivia, Maria Teresa Mercado, l’incaricata d’affari spagnola Cristina Borreguero, il console Alvaro Fernandez. È stato dato loro tempo 72 ore per lasciare il Paese. “La Spagna respinge in maniera categorica qualsiasi insinuazione su una presunta volontà di ingerenza negli affari politici interni boliviani. Per la Spagna, ogni affermazione in questo senso è una calunnia destinata a danneggiare le nostre relazioni bilaterali con false teorie cospirazioniste”. Lo ha dichiarato il governo di Madrid.

(LaPresse/AFP)

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