Bologna, smantellato il cartello delle agenzie funebri: 30 arresti

Le forze dell'ordine hanno smantellato un'organizzazione esistente da tempo

Un auto delle pompe funebri al funerale (Foto Fabio Sasso/LaPresse)

Bologna – Smantellati dai carabinieri del comando provinciale di Bologna due cartelli di imprese di pompe funebri che controllavano le camere mortuarie dei due principali ospedali del capoluogo emiliano. Sono circa 300 i militari che dalle prime ore del mattino stanno eseguendo un provvedimento restrittivo emesso dal Gip del Tribunale di Bologna. Nei confronti di 30 soggetti ritenuti a vario titolo responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, corruzione di incaricato di pubblico servizio. Ed anche riciclaggio e svariate violazioni connesse alla responsabilità amministrativa degli Enti. Tutti i particolari saranno resi noti quindi nel corso della conferenza stampa prevista per le ore 10.45 presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Bologna.

Le indagini, sviluppate dal reparto operativo del nucleo investigativo e dalla compagnia Bologna Centro, coordinate dalla procura di Bologna, hanno consentito di disarticolare un radicato sistema corruttivo che ruotava attorno al comparto funerario. I due cartelli di imprese erano in grado di ‘controllare’, ognuno per la parte di competenza, le camere mortuarie dei due principali nosocomi cittadini. L’ospedale Maggiore ed il Policlinico Sant’Orsola-Malpighi. Al fine di mantenere e consolidare il monopolio nella gestione dei servizi funebri.

Le forze dell’ordine hanno smantellato un’organizzazione esistente da tempo

Il tutto, secondo gli inquirenti, attraverso un modus operandi consolidato nel tempo, strutturato su più livelli. Infermieri, a libro paga, provvedevano ad ‘agganciare’ i familiari dei defunti mettendoli in contatto con i rispettivi referenti delle varie agenzie di servizi. Le stesse agenzie funebri attraverso una stabile presenza presso gli ospedali – in contravvenzione alle norme previste – fornivano nell’immediatezza tutti i dettagli del caso. Ed indirizzavano i nuovi clienti verso i loro uffici per la definizione della pratica. Mentre i due massimi rappresentanti dei consorzi dirigevano le rispettive associazioni sotto tutti gli aspetti. Dalla sistematica suddivisione dei vari ‘lavori’ tra le varie ditte funebri partecipi al progetto delittuoso, alle complessive attività di gestione e redistribuzione delle ingentissime somme guadagnate.

Le indagini hanno documentato le sistematiche condotte di riciclaggio promosse e coordinate dagli indagati con il reinvestimento del rilevante ‘nero’ aziendale, realizzato con la sistematica mancata fatturazione di parte dei servizi funerari e gestito attraverso specifiche contabilità parallele da parte di sodali incaricati della specifica mansione. Lo stesso veniva di fatto impiegato al fine di implementare le singole fette di guadagno. Nel corso dell’operazione, condotta tra le province di Bologna, Modena, Ferrara, Rimini e Gorizia, i militari stanno procedendo anche ad un sequestro preventivo di beni mobili ed immobili per circa 13 milioni di euro.

(LaPresse)

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