Bomba all’auto del consigliere di S. Maria Capua Vetere, 2 indagati

Sotto la lente dei carabinieri tracce biologiche e telefonini. Accertamenti disposti dalla Procura

L'auto distrutta e il consigliere Giuseppe Napolitano

SANTA MARIA C. V. – È stata una notte di San Silvestro che Giuseppe Napolitano, purtroppo, non riuscirà a dimenticare facilmente. Ci riferiamo a quella del 2022, quando una bomba carta è stata fatta esplodere vicino alla sua auto, una Lancia Y. Su quell’ordigno sono al lavoro i carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere e l’indagine, in questi mesi, si è focalizzata su due persone: Luigi Ventriglia, legato professionalmente ad un centro di assistenza fiscale, ed Eduardo Palumbo.
Nei giorni scorsi, la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha avvisato i due che saranno eseguiti degli accertamenti tecnici irripetibili. A quanto pare, saranno analizzate delle tracce biologiche sui resti dell’ordigno. I militari avrebbero anche sequestrato il cellulare di uno degli indagati che pure sarà passato al setaccio. Ovviamente, ci troviamo ancora nel campo delle ipotesi investigative.
L’inchiesta è ancora in corso e non si può escludere che nel suo sviluppo si arrivi a determinare l’estraneità dei due (da considerare innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile) all’esplosione.
Erano le 22 e 30 circa del 31 dicembre dell’anno scorso quando, raccontò alla stampa Napoletano, era rientrato a casa dopo aver parcheggiato l’auto nei pressi della villa comunale. Poco dopo fu avvisato dai vicini dell’esplosione che aveva distrutto la macchina. Si disse “amareggiato”. “Penso che sia stata una bravata, svolgo una vita regolare – chiarì -. Anche se l’unica macchina danneggiata è stata la mia”.
E a sostenere la teoria della bravata c’è il fatto che l’ordigno esplose in un giorno di festa, in cui i petardi vengono accessi frequentemente e in alcuni casi si eccede, trasgredendo le regole, anche con bombe carta. Al momento si tratta solo di ipotesi e nessuna può essere ancora scartata. Resta in piedi, logicamente, anche quella dell’intimidazione.

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