ROMA (LaPresse) – Bonafede usa il pugno duro: “I corrotti devono andare in carcere”. “La certezza della pena non è incompatibile con la finalità rieducativa della pena stessa. Sono due principi che necessariamente e fisiologicamente convivono. Ma il principio della certezza della pena, va ribadito e va tenuto presente per dare una risposta di credibilità ai cittadini. E non a una presunta opinione pubblica. Perché i cittadini quella risposta oggi ce la chiedono. E da quella risposta passa la fiducia che i cittadini hanno nei confronti dello Stato italiano nella sua capacità di dare una risposta di giustizia effettiva e sostanziale”. Lo scrive Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, sul Blog delle Stelle.
Le dichiarazioni di Bonafede, ministero della Giustizia
“Inoltre faccio un esempio che per me è molto importante: i cittadini oggi si aspettano una risposta molto chiara e precisa nella lotta alla corruzione. Proprio ieri ho avuto il piacere di partecipare alla presentazione della relazione annuale dell’ANAC – aggiunge – La prevenzione ed il contrasto alla corruzione è uno dei punti qualificanti del programma di governo e, come Ministro della Giustizia, intendo mettere in campo le misure più risolute per stroncare questo fenomeno. Ben conscio che nessuna lotta al malaffare potrà dirsi credibile se alla condanna per i reati contro la P.A. dei c.d ‘colletti bianchi’, non seguirà un’adeguata o alcuna pena detentiva. Ricordo che attualmente – il dato è aggiornato al 31 dicembre 2017 – il numero di questi detenuti è oggi di 370, lo 0,6% del totale”.