Bonomi: “Errore dei sindacati sul green pass, farlo subito. Governo non freni sulle riforme”

Per l'Italia è ancora il tempo dell'emergenza Covid e sindacati e imprese devono fare la loro parte per aiutare il Governo a uscire dalla crisi.

MILANO – Per l’Italia è ancora il tempo dell’emergenza Covid e sindacati e imprese devono fare la loro parte per aiutare il Governo a uscire dalla crisi. Ma, per il momento, si profilano i tempi di uno stallo che rischia di inceppare la ripresa e il rispetto degli impegni presi da Roma nei confronti di Bruxelles. E’ un Carlo Bonomi deciso quello che parla dal palco del Meeting di Rimini e espone la sua visione sulle priorità del Belpaese.

Innanzitutto sul fronte delle discussioni sull’obbligatorietà del ‘green pass’ in azienda. Per il presidente di Confindustria “i sindacati hanno fatto un grande errore” rifiutandosi di sedere a un tavolo comune. “Sono pronto anche adesso ad accordarmi con i sindacati per un protocollo sui vaccini in azienda. Lo firmerei qui in diretta”, spiega, rievocando quanto fatto in passato sempre in Italia con la vaccinazione antipolio. A proposito del green pass Bonomi aggiunge ai microfoni di SkyTg24: “Non abbiamo tempo da perdere, non possiamo aspettare la legge. Abbiamo fatto l’accordo sul protocollo della sicurezza nel momento più difficile del Paese, modifichiamo il protocollo e facciamo subito l’introduzione del Green Pass”.

“I mesi scorsi abbiamo costruito la via per quella ripresa economica fondamentale per tenere in piedi un Paese. Se vogliamo trattare i temi della transizione ecologica eccetera abbiamo bisogno di risorse. E la via economica è l’unica che ci può dare le risorse per un Paese che ha un debito monstre”, aggiunge Bonomi rimarcando di essere rimasto “colpito da fatto che nel momento in cui ci si potesse di nuovo sedere a tavolo e dare delle risposte”.

Una maggiore coordinazione è dunque l’atteggiamento auspicato dal presidente degli industriali italiani. Ma anche una pronta reazione dal Governo, che non sia rallentata dai prossimi appuntamenti elettorali. Bonomi esprime “forte preoccupazione” per il cammino delle riforme. In particolare, ricorda, “ci aspettano due passaggi, le elezioni amministrative nelle principali città italiane e l’elezione del capo dello Stato. Vedo che sono già iniziati i distinguo tra i partiti. Sono preoccupato perché ciò potrebbe rallentare l’iniziativa del governo”.

Bonomi teme che “in autunno questa azione possa fermarsi e non possiamo permetterci di mancare questa occasione storica di costruire uno Stato moderno, efficiente e inclusivo”. Pur riconoscendo “al premier Draghi di avere accelerato sulla campagna vaccinale”, Bonomi sottolinea come “ora non bisogna rallentare sulle riforme, anche con l’aiuto dei corpi intermedi”.

Uno dei temi su cui però sta lavorando l’esecutivo tocca proprio le imprese. Bonomi non risparmia critiche al Dl Todde-Orlando anti-delocalizzazione. Per il presidente di Confindustria sarebbe “punitivo nei confronti dell’impresa”. Se l’Italia ha retto nella pandemia, “lo deve alla manifattura che è rimasta la seconda in Europa”, dice Bonomi, aggiungendo che “un Paese dovrebbe tutelare le proprie eccellenze, da noi invece le si penalizzano. Orlando e Todde vogliono colpire le imprese per decreto sull’onda dell’emotività per qualche caso singolo. Licenziare non è bello, tanto meno su Whatsapp. Ma la realtà è che le imprese italiane hanno assunto in questi mesi 400.000 persone, come certificato dall’Inps”. Infine, un attacco allo Stato: “Si ricordi che deve ai privati 58 miliardi: perché non salda i suoi debiti? Perché non chiude 1.200 partecipate pubbliche inutili? Perché sono un poltronificio che fa molto comodo”.

di Francesca Conti

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