Boom di telefoni ai boss in carcere. Mogli e fidanzate degli affiliati sfruttano i colloqui per far entrare i microcellulari

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Massimiliano Esposito e Maria Licciardi

NAPOLI – Boom di microcellulari agli affiliati e ai boss in carcere. Il 90 per cento dei microtelefoni entra nelle celle portato dalle mogli e dalle fidanzate dei detenuti. Li nascondono nelle parti intime e non c’è verso per scovarli. Gli agenti della Penitenziaria possono fare un controllo esterno, ma non una perquisizione vera e propria sulle donne. Se nascosti bene nelle parti intime, pure i metal detector non li rilevano. Quando arrivano nelle sale colloquio avviene lo scambio rapido con i mariti e i fidanzati. A quel punto è fatta. L’altro 10 per cento entra nelle celle con i droni, ma è un problema nei piccoli istituti non ancora schermati. A Secondigliano e Poggioreale hanno sistemi che abbattono i droni in automatico, intercettando le frequenze: cadono al suolo senza più controllo. I clan più abili sono gli Esposito di
Bagnoli (un tempo guidati da Massimiliano Esposito), i Licciardi di Secondigliano, un tempo diretti da Maria Licciardi e i Contini del vasto.

Ma anche le ‘paranze’ emergenti di Miano e Scampia usano questi stratagemmi per introdurre telefoni negli istituti di pena. E’ un fenomeno
generalizzato, spiega un investigatore esperto. tutti i clan provano a introdurre telefoni in carcere. ormai è un’emergenza. Soprattutto i giovani ras emergenti hanno bisogno di comunicare con l’esterno. E’ c’è un retroscena, raccolto dagli agenti. Molti boss non chiedono alle mogli di usare il sistema, per non essere scoperti. Si affidano ai compagni di cella che hanno bisogno di denaro: “Vedi, facciamo la spesa
nella cella e ti do a campare. Ora tu ricambia il favore e chiedi a tua moglie di portare un microcellulare per me”.

Il cellulare più diffuso è L8Star. dicono sia il cellulare più piccolo al mondo, grande quanto un dito. ultimamente ci provano anche con i pacchi postali, li nascondono tra indumenti e alimenti, ma i classici scanner per le valigie rilevano i congegni ai poliziotti al varco di ingresso. Poi c’è anche un mercato interno alle carceri, per vendere i micro cellulari.

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