MILANO – La fase 2 può partire dal 16 maggio? “Se le cose non cambiano, potrebbe essere come potrebbe essere prima o dopo. Oggi siamo in una situazione stazionaria, bisogna vedere. Sicuramente, il 16 maggio è un periodo di tempo lungo. Da qui al 16 maggio potremmo avere risultati positivi che ci consentirebbero di aprire la fase 2” ma “la decisione va presa dagli esperti che stanno coordinando dall’inizio dell’emergenza la parte tecnico-scientifica”. Così il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, a ‘Circo Massimo’ su Radio Capital, sull’emergenza coronavirus. “Siccome c’è la possibilità di ritorno” del contagio, “bisogna usare misure forti e precauzionali. Per questo non mi voglio sbilanciare su aperture e modalità”, ha specificato Borrelli.
La gestione dell’emergenza
“Ci vuole nella gestione dell’emergenza una regia unitaria forte, condivisa e coesa. Ci sarà da ripensare il modello organizzativo ma io sono un tecnico e non un politico”, ha detto Borrelli rispondendo a una domanda sulle parole di ieri del ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia.
Gli ultimi dati in Italia
Gli ultimi dati sul coronavirus in Italia? “Questa situazione ci permetterà anche di respirare per le strutture sanitarie, che si stanno alleggerendo di un carico di lavoro che era molto più forte e sacrifici straordinari. Si tratta di una situazione che ci permette di gestire l’emergenza con minore affanno. Sono stati posti in essere comportamenti che devono rimanere”.
Bisogna restare a casa
La circolare del Viminale? “Io credo che bisogna andare avanti con il massimo rigore. La circolare di fatto non sposta i termini dei comportamenti. Dobbiamo fare attenzione per evitare che si scateni la catena dei contagi. L’ora d’aria per i bambini è una misura non ancora operativa, bisogna rispettare le regole di prudenza e stare in casa”.
Il rifornimento di mascherine
“Sicuramente le mascherine servono ma servono soprattutto i comportamenti responsabili e l’isolamento sociale. Le mascherine sono ancora un problema ma per i sanitari non abbiamo problemi, stanno arrivando carichi importanti dall’estero. Se ne sta occupando il commissario Domenico Arcuri. Noi abbiamo avuto un’esplosione della domanda di mascherine, credo che sia cresciuta di 20-30 volte, con una realtà nazionale che non aveva la capacità produttive. Si tratta di far partire una soluzione nazionale, così sta facendo il commissario Arcuri. Dobbiamo continuare con le importazioni ma far crescere una produzione nazionale”, ha aggiunto.
(LaPresse)