MILANO – Si chiude una settimana carica di tensioni sui mercati, nella quale il grande protagonista a livello globale è stato il braccio di ferro in corso tra Cina e Usa. A Milano a tenere banco è stata la volatilità dello spread tra Btp e Bund tedeschi. L’indice Ftse Mib chiude la seduta in arretramento dello 0,22% attestandosi a quota 21.105,28 punti. Il differenziale al termine della sessione si presentava in area 277 punti con rendimento del decennale italiano sul mercato secondario al 2,67%. Ben al di sotto, quindi, dei picchi a quota 290 toccati nei giorni. Ad alimentare le preoccupazioni degli investitori le affermazioni del vicepremier leghista Matteo Salvini, che ha dichiarato di voler sforare i parametri Ue su deficit/Pil (portandolo oltre il 3%) e debito/Pil (ha fatto riferimento al 140%). Affermazioni alle quali ha indirettamente risposto il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici. Infatti dall’Ecofin ha ricordato gli accordi presi tra Bruxelles e Roma sugli obiettivi di finanza pubblica.
I dati
Sul listino milanese in discesa i titoli più sensibili alle tensioni Usa e Cina come Stmicroelectronics che perde l’1,14% a 15,57 euro. Arretra anche Brembo che ha lasciato sul campo lo 0,97% a 10,20 euro. Guadagna invece terreno il titolo Fca, che chiude a 13,36 euro con un +0,94% all’indomani del collocamento da parte di Fca Bank di un prestito obbligazionario da 800 milioni di euro con scadenza novembre 2022 e nel giorno della diffusione dei dati Acea sul mercato auto europeo. Bene anche il titolo Juventus che si prende la prima posizione sul Ftse Mib con un +1,72% a 1,38 euro dopo l’annuncio del divorzio dall’allenatore Massimiliano Allegri. Il comparto bancario ha invece vissuto una seduta in affanno. Dunque Banco Bpm, Ubi Banca e Unicredit che chiudono rispettivamente in calo del 3,22% a 1,72 euro, del 2,03% a 2,56 euro e del 2,01% a 10,6 euro. In moderato ribasso Intesa Sanpaolo, con una flessione dello 0,60% a 2,17 euro, mentre strappa un segno più Bper: +0,18% a 3,96 euro.
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