MILANO– Piazza Affari non riesce a strappare il segno più oggi, andando comunque a mettere in archivio una settimana ampiamente positiva. Il Ftse Mib segna a fine giornata -0,36% a quota 26.721 punti. A tenere banco il dato sull’inflazione statunitense, che a novembre è balzata al 6,8% anno su anno, al ritmo annuale più veloce in quasi 40 anni, amplificando così la rapidità e la persistenza dell’inflazione che sta erodendo gli stipendi e aumentando la pressione sulla Federal Reserve per inasprire la politica monetaria. Fed che si riunirà settimana prossima e che a questo punto molto probabilmente imprimerà una netta accelerazione al tapering e di conseguenza la possibilità di un primo rialzo dei tassi entro metà 2022.
Le principali Borse europee hanno girato in negativo e alla fine chiudono in calo. Francoforte poco mossa cede lo 0,024%, a 15.635 punti. Londra cede sul terreno lo 0,40% a 7.291 punti. Parigi lascia sul terreno lo 0,26% a 6.990 punti.
Gli analisti di Ing rimarcano come il concetto di ‘transitoria’ legato all’inflazione è morto e la Federal Reserve assumerà una posizione più assertiva da falco alla riunione del FOMC della prossima settimana.
In Italia intanto oggi il Tesoro ha collocato 6 miliardi di euro di titoli di Stato annuali con scadenza 14 dicembre 2022. La domanda ha toccato i 7,74 miliardi con un rapporto di copertura (bid-to-cover) di 1,19 (in calo dall’1,53 di un mese fa). Il rendimento medio di assegnazione è stato pari a -0,467%, in aumento di 7 punti base rispetto all’asta di un mese fa. Tra i singoli titoli si conferma l’effetto piano su Unicredit con il titolo che dà seguito al rally della vigilia segnando +0,59% a 12,876 euro, sui massimi da febbraio 2020.
Tra gli altri titoli si segnala il +0,99% di Inwit e +1,12% per Diasorin. Tra i segni meno cedono oltre l’1,5% Banco BPM e Ferrari.
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