MILANO – Retromarcia oggi per Piazza Affari con Atlantia in forte affanno e discesa anche delle big bancarie dopo il rally delle ultime sedute. In chiusura il Ftse Mib ha ceduto l’1,56% a quota 25.080 punti. Ieri l’indice guida di Piazza Affari aveva ulteriormente aggiornato i massimi dal 2008 raggiungendo un saldo di circa +10% da inizio mese. Sui mercati è affiorata qualche presa di beneficio dopo il rally prepotente delle ultime settimane ed è tornata a prevalere la prudenza di fronte all’incertezza degli impatti legati al coronavirus sull’economia globale.
Atlantia in affanno
Sul parterre di Piazza Affari cali cospicui per alcuni industriali con Prysmian in affanno (-2,55% a 24,08 euro). Arretra di circa l’1,8% a 164,15 euro Ferrari, reduce dai massimi storici aggiornati ieri in coincidenza con l’annuncio dell’entità del dividendo, pari a 1,13 euro per azione ordinaria, circa l’8% di incremento rispetto alla distribuzione dello scorso anno. In affanno Atlantia (-2,73% a 22,07 euro), che risulta la peggiore sul parterre con il ritorno del timore che il governo proceda alla revoca della concessione autostradale se i Benetton non accetteranno la revisione dell’attuale concessione.
Le banche
Tra le banche andamenti opposti per i vari testimonial del Ftse Mib. Cali abbastanza pronunciati soprattutto per Unicredit (-2,93% a 13,718 euro) e le promesse spose Intesa Sanpaolo e Ubi, scese entrambe di oltre il 2%. Oggi i grandi soci di Ubi Banca hanno detto no all’offerta pubblica di scambio presentata da Intesa Sanpaolo. Il patto di consultazione Car, che detiene il 18% del capitale di Ubi Banca, ritiene troppo bassa l’offerta avanzata da Intesa. In precedenza il ceo di Intesa, Carlo Messina, aveva ribadito che ci sono ‘zero probabilità’ che la banca riveda al rialzo l’offerta.
Acquisti su Bper
Acquisti invece su Bper (+1,62% a 4,19 euro), reduce dai forti cali degli ultimi giorni e che probabilmente si è giovata dell’aumento del rischio che non vada in porto l’operazione Intesa-Ubi convede l’istituto emiliano coinvolto con l’acquisto di 400-500 sportelli. Exploit di Tenaris (+3,7% a 9,81 euro) dopo la presentazione dei conti 2019. A sostenere le quotazioni il dividendo che è risultato in linea con le previsioni. Gli utili del quarto trimestre 2019 sono stati leggermente superiori alle attese di consensus, mentre hanno deluso le stime prudenti e i risultati a livello operativo.
Infine, nuovi massimi storici in giornata per Nexi (+1,55%). A sostenere il titolo della paytech sbarcata a Piazza Affari nell’aprile 2019 è la valutazione di Deutsche Bank che ha avviato la copertura con rating buy e target price di 21 euro. La corsa rialzista dell’azione porta il titolo a registrare una crescita di oltre il 35% da inizio anno. In chiusura però il titolo ritraccia fino a cedere il 2,87% a 15,91 euro.
(AWE/Finanza.com)