Borsa, Piazza Affari non soffre la crisi di governo. Ma sale lo spread

Sul fronte opposto, brilla invece Stmicroelectronics, che è avanzata di oltre il 4% a 15,70 euro sull'onda dell'allentamento delle tensioni commerciali

MILANO – Piazza Affari snobba le tensioni di governo e chiude in rialzo, allineandosi al resto d’Europa. Dopo quattro sedute consecutive di cali, l’indice Ftse Mib ha terminato gli scambi con un progresso dell’1,47% a 20.841,15 punti. Questo mentre il Dax di Francoforte guadagna l’1,68%, il Cac40 di Parigi il 2,31% e il Ftse 100 di Londra l’1,21%.

L’andamento dei mercati

A incoraggiare gli scambi sui mercati internazionali è stato lo stabilizzarsi del cambio tra dollaro e yuan, ma anche la volontà espressa dagli Stati Uniti di riprendere i colloqui con la Cina a settembre, per cercare di trovare un accordo sul commercio.

Lo spread chiude a quota 209,4 pb

La situazione politica interna, però, si traduce in un nuovo allargamento del differenziale di rendimento tra Btp e Bund tedesco. Lo spread si ferma al di sotto di quota 210, andando a chiudere a 209,4 punti col rendimento del decennale italiano all’1,53% sul mercato secondario. Ma la dinamica è comunque rialzista, sia rispetto all’apertura della mattinata a 204 che rispetto alla chiusura del giorno precedente in area 201 punti.

Nessuna pressione sulle banche

Il movimento però non ha comunque pesato più di tanto sulle banche, tradizionalmente le più colpite quando lo spread sale. Le due big Intesa Sanpaolo e Unicredit avanzano quindi rispettivamente dell’1,85% a 1,94 euro e dell’1,43% a 9,9 euro. Mentre a chiudere in flessione è solo Bper, che scivola sul fondo del listino principale con una flessione dello 0,98% a 3,44 punti, in scia ai conti trimestrali. Nel secondo trimestre l’istituto ha registrato un utile netto in calo a 52,5 milioni di euro, nonostante un aumento del 9% su base trimestrale.

Brilla Stm e il settore energetico

Sul fronte opposto, brilla invece Stmicroelectronics, che è avanzata di oltre il 4% a 15,70 euro sull’onda dell’allentamento delle tensioni commerciali. Bene anche gli energetici, sostenuti dal rimbalzo del petrolio innescato dalle dichiarazioni dell’Arabia Saudita, che starebbe considerando tutte le opzioni a disposizione per interrompere il calo del greggio, contattando gli altri produttori. Tra gli altri titoli, Tod’s è stata colpita dalle vendite, evidenziando un ribasso di circa due punti percentuali. Il gruppo del lusso ha archiviato il primo semestre dell’anno con una perdita netta di 6 milioni di euro e ricavi in calo del 4,7%.

(AWE/Finanza.com)

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